I dubbi dei sindacati sul Def: è debole sui temi dello sviluppo e del lavoro

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi in foto Susanna Camusso

Roma – Un pomeriggio di lavoro per esprimere tutti i loro dubbi sul Def. Cgil-Cisl-Uil giudicano “debole”, per non dire “insufficiente” il documento economico e finanziario presentato dal governo.

In particolare le critiche sono relative a due filoni: la mancanza di investimenti per lo sviluppo e la questione fiscale. “Abbiamo condiviso un giudizio generale”, spiega Susanna Camusso.

Una linea che è di fatto comune

La leader della Cgil mette in luce l’assenza di investimenti sul lavoro e sulle infrastrutture “materiali, immateriali e sociali”. Valutazione negativa anche sull’approccio al rapporto con il fisco, che “va nella direzione sbagliata a partire dai condoni“, mentre gli annunci sul reddito di cittadinanza “appaiono molto fumosi“.

Abbiamo tante proposte da fare – dice dalla Cisl Annamaria Furlan – le porteremo al confronto con il governo che ad oggi non ha ancora sentito la necessità di interloquire con le parti sociali. Noi nel frattempo ci prepariamo con le nostre proposte“.

Il suo focus è soprattutto sulle infrastrutture

Il Paese – argomenta – ha bisogno di collegare il sud al nord ed il nord con il resto dell’Europa. Invece questo tema nel def è secondario, non si sa neanche se si rifinanzieranno i cantieri già aperti“.

Un Def che ha “possibilità di miglioramento”

Altri punti cardine delle critiche mosse dal mondo sindacale vengono sottolineati invece da Carmelo Barbgallo. “Noi – spiega il segretario della Uil – avevamo apprezzato l’uscita dall’austerità”. Un intendimento che però, a suo dire, non è stato poi tradotto nel merito. “Mancano investimenti pubblici per scuola, università, ricerca, formazione, innovazione”, dichiara ancora. E sul fisco “ci dicono sempre prima gli imprenditori poi i lavoratori ma il film si ferma al primo tempo…”. Problemi sussistono anche sulla questione del Mezzogiorno che, spiegano praticamente all’unisono, “è ancora nel dimeticatoio”.

Documento di proposta unitario 

Rispetto alla questione ‘quota 100’ invece “c’è una base di confronto ma manca un riferimento sulla previdenza per i giovani e le donne e la separazione tra previdenza ed assistenza”. Per tutti questi motivi Cgil, Cisl, Uil avanzeranno un documento di proposta unitario che sarà arricchito dalla discussione negli attivi unitari che svolgeranno in tutti i territori e nelle assemblee nei luoghi di lavoro. Un documento che sarà presentato tanto al governo quanto al parlamento.

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