Marini a Bankitalia: “Ci sono nodi strutturali ancora da affrontare”

Tutto ciò, vale non solo per l'Umbria, ma per il Paese intero. Anche se, il tema della produttività ne risente soprattutto in Regione

Foto Roberto Settonce - LaPresse

MILANO (LaPresse)“Il rapporto offre una lettura dell’Umbria in cui accanto gli elementi positivi (investimenti, la crescita dei consumi, i dati sul credito sia pure in alcuni casi a macchia di leopardo) si accompagnano alla evidenza di nodi strutturali da affrontare”. Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla presentazione del Rapporto ‘L’economia dell’Umbria’ a cura di Banca d’Italia, che si è svolta nella Sala dei Notari a Perugia.

Non possiamo più permetterci una lenta ed inesorabile regressione

“Il tema su cui infatti siamo chiamati ad operare è quello della produttività ben rappresentato nel contesto del rapporto 2018. Non possiamo infatti più permetterci quel trend che ha portato la produttività totale dei fattori ad una lenta quanto inesorabile regressione. Mentre ha continuato a progredire nei Paesi europei a noi più vicini, come Francia e Germania. Il divario con i maggiori competitor europei si è progressivamente allargato. Ha raggiunto i 15 punti percentuali”. Bisogna “dare continuità al sentiero riformista. Aggredendo i fattori strutturali che impediscono alla nostra produttività ed al sistema delle imprese di crescere”.

“Ovviamente, non solo per l’Umbria ma per l’intero paese. Anche se in Umbria il tema della produttività risente in maniera determinante della composizione settoriale dell’economia regionale. Oltre che della collocazione delle filiere produttive regionali lungo la catena del valore che in gran parte genera valore dal lato della committenza nazionale ed internazionale”.

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