Martella: “Senza pluralismo fallisce la democrazia”

La road map del sottosegretario all’Editoria: misure concrete a sostegno dell’informazione già nella prossima legge di Bilancio. E ancora: "I piccoli giornali collante delle comunità, il finanziamento statale sarà mantenuto"

Il mercato dell’editoria è un settore troppo importante per la nostra società perché possa fallire. Nel caso questo dovesse accadere si potrebbe parlare di un vero e proprio “fallimento della democrazia”. Ne è convinto il sottosegretario con delega all’Editoria Andrea Martella che, da quando ha ricevuto l’importante incarico nel governo Conte bis, sta lavorando fattivamente per tutelare il settore come previsto dalla nostra Costituzione.

“Nelle prossime settimane in Parlamento illustrerò un programma per l’editoria: la stampa svolge una funzione di servizio e di collante di una intera comunità, una funzione che è fondamentale e che va sostenuta”, ha fatto sapere ieri l’esponente dem intervenendo nel complesso monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma al ‘Festival delle Città’. E assicurando: “Conto di instaurare subito un dialogo e un rapporto diverso con chi si occupa del settore”. I giornali, ha cominciato raccontando del legame tra carta stampata e territorio, “raccontano quello che succede nella città e danno una visione d’insieme. Svolgono una funzione di servizio, di collante – ha sottolineato – di una comunità”. Così come rappresentano un punto di riferimento per l’informazione le edicole, le librerie, che “debbano avere un sostegno adeguato”.

Martella ha annunciato “scelte e tangibili e concrete” già nella prossima legge di bilancio: una informazione plurale in una società moderna e democratica è fondamentale per la formazione dell’opinione pubblica, il sussidio economico all’editoria non è uguale a quello per altri settori imprenditoriali in quanto è legato al concetto stesso di libertà di informazione e di democrazia. “Il finanziamento statale per il fondo per l’editoria dovrà essere mantenuto. Considerate le difficoltà, non possiamo permetterci il fallimento di quel mercato che significherebbe una riduzione del pluralismo, della libertà di informazione e quindi della democrazia – ha precisato il sottosegretario –. Dobbiamo prevedere forme di sostegno diretto e di sostegno alla domanda. Penso che le misure che riguardano gli inventivi fiscali per gli inserzionisti pubblicitari andranno mantenute, e forse andranno allargate per renderle più efficaci, e penso che dovranno essere studiate ulteriori forme per sostenere la domanda attraverso incentivi per gli abbonamenti sia cartacei che digitali”. L’esponente di governo ha ricordato anche che in agenda Ue c’è la web tax e una parte del gettito potrebbe andare in favore dell’editoria.

Infine ha proposto una campagna di sensibilizzazione con Anci e Ali, l’associazione nazionale dei comuni italiani e la lega delle autonomie locali, nelle scuole e nelle università sul valore del giornalismo e della corretta informazione. “Occorre anche vincere una battaglia culturale: non si può concepire un Paese in cui giornalisti vivano sotto scorta, minacciati o intimiditi”.

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