Mattarella preoccupato: “Rischio schiavitù per i migranti, è necessaria la cooperazione con l’Ue”

Il presidente della Repubblica pone l'accento su una delle pieghe negative che può prendere il discorso migrazione

Foto Ufficio Stampa Quirinale / Francesco Ammendola / LaPresse

Milano (LaPresse) – “La schiavitù ha rappresentato una delle maggiori vergogne dell’umanità. Oggi, la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani ci impone di ribadire la condanna e la battaglia della comunità internazionale contro ogni forma di schiavitù, vecchia e nuova. L’Organizzazione internazionale del lavoro denuncia che sono circa 40 milioni le persone vittime. Di queste, quasi 25 milioni sono costrette al lavoro forzato e 15 milioni a forme di matrimonio forzato. Numeri impressionanti che hanno spinto infatti le Nazioni Unite ad adottare l’obiettivo di eliminare il traffico di esseri umani entro il 2030. Si tratta quindi di degenerazioni della nostra società. Piaghe da eradicare con fermezza che interrogano le nostre coscienze. E ci chiamano a una reazione morale. A una risposta adeguata con un maggiore impegno culturale e civile“.

Il presidente della Repubblica pone l’accento su una delle pieghe negative che può prendere il discorso migrazione

Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota. “Terreno agevole per queste nuove forme di schiavitù – sottolinea il capo dello Stato è il fenomeno migratorio. Ogni giorno migliaia di persone pongono a rischio la propria vita e quella dei propri cari per mare e per terra, in condizioni disperate; una tragedia figlia delle guerre, della povertà, dell’instabilità dello sviluppo precario. Alimentata e sfruttata poi da ignobili trafficanti di esseri umani, che li avviano a un futuro di sopraffazioni. Tra cui sfruttamento lavorativo, adozioni illegali, prelievo di organi, reclutamento da parte della criminalità organizzata, sfruttamento sessuale. Nessun Paese è quindi immune da questa sistematica violazione della dignità umana che interpella la responsabilità della comunità internazionale nella sua interezza. Rifuggendo la tentazione di guardare altrove. Soltanto la cooperazione può sconfiggere questo fenomeno, con una Unione europea consapevole, dunque, dei propri valori e delle proprie responsabilità“.

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