Migranti, l’Oms: “Non portano malattie ma sono più vulnerabili nei Paesi dell’Ue”

Il ministro della salute Giulia Grillo, alla presentazione del rapporto, ha ricordato che "il nostro Servizio Sanitario è definito universalistico"

LP / AFP PHOTO / ELVIS BARUKCIC

MILANO“La maggior parte dei migranti che giungono nei Paesi europei è sostanzialmente in buona salute. Confermando l’ipotesi del ‘migrante sano’ legata alle buone condizioni di tali individui alla partenza”. E’ quanto emerge dall’esame di circa 13.000 documenti sanitari provenienti dai Paesi della Regione Europea dell’Oms.

Il rapporto dell’Oms: i migranti sono più vulnerabili

Secondo l’Oms “i rifugiati e i migranti possono essere più vulnerabili sia nei luoghi di origine, sia di transito che di destinazione. A causa, ad esempio, dell’alta prevalenza di malattie infettive in alcuni Paesi di partenza, dei problemi nell’accesso ai servizi sanitari o di condizioni di vita deprivate nei Paesi di transito e destinazione”. Ma risulta anche che “vi è un rischio molto basso di trasmissione di queste malattie alla popolazione dei Paesi ospitanti”.

L’intervento della ministra Grillo

Il ministro della salute Giulia Grillo, alla presentazione del rapporto, ha ricordato che “il nostro Servizio Sanitario è definito universalistico. E, in tal senso, è già oggi in linea con le priorità identificate dal Draft Action Plan sulla salute dei rifugiati e migranti all’ordine del giorno della prossima Assemblea Mondiale della Sanità che si terrà a Ginevra nelle prossime settimane”.

Per la ministra Grillo “la nuova sfida per il nostro Servizio sanitario è spostare il focus dalle tradizionali criticità, come le malattie infettive e le emergenze, alle condizioni mutate dall’arrivo di nuova popolazione di migranti. Ponendo un’attenzione cruciale alla prevenzione”.

L’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità

Condotta dal ‘Migration and Health Program’ dell’Oms Europa, l’indagine – cui ha dato un contributo l’Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti e per il contrasto della povertà, fresco di nomina a centro di collaborazione Oms – fornisce una fotografia della salute di rifugiati e migranti sulla base delle evidenze scientifiche e un quadro delle risposte al fenomeno da parte dei singoli sistemi sanitari.

Le drammatiche condizioni di migranti e rifugiati

“Oltre 50mila persone – si legge nel report – hanno perso la vita da inizio degli anni Duemila nel Mar Mediterraneo. Donne, giovani uomini, adolescenti e minori non accompagnati diventano moderni schiavi, con gravi ripercussioni fisiche e mentali”. Si riferisce anche che “la migrazione è uno dei fenomeni che definiscono maggiormente i nostri tempi. Questo è particolarmente evidente per i 53 paesi della Regione Europea dell’OMS, che accolgono complessivamente circa 90 milioni di migranti internazionali (circa il 10% della popolazione generale e il 35% della popolazione migrante globale). Fra i quali meno del 7,4% sono rifugiati”. Dati che restituiscono la dimensione di un fenomeno ormai strutturale.

(LaPresse/di Laura Carcano)

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