Migranti, Open Arms soccorre i naufraghi. Malta attacca Salvini: “Basta bugie”

La giornalista Gabriella Sanchez offre una ricostruzione della vicenda

Foto Andrea Di Grazia / LaPresse

Milano (LaPresse) – È scontro fra Malta e Italia dopo una nuova operazione di soccorso in mare effettuata dalla nave Open Arms della ong spagnola Proactiva Open Arms. “Basta con le bugie, Matteo Salvini“, ha tuonato su Twitter il governo maltese, il cui ministro dell’Interno Michael Farrugia rimprovera al titolare del Viminale “di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione“.

Al centro dello scontro c’è il salvataggio di migranti effettuato sabato da Open Arms al largo della Libia: 59 i salvati, che sono stati caricati a bordo della nave diretti “verso un porto sicuro”, ha annunciato la ong. Prima ancora che Proactiva confermasse su Twitter, a dare la notizia era stato proprio Salvini: “Questa nave si trova in acque Sar della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna. Si scordino di arrivare in un porto italiano“, aveva avvertito su Facebook.

Il Governo maltese smentisce Salvini

Rapidissima la smentita di Malta: rivolgendosi a Matteo Salvini, il ministro dell’Interno maltese ha scritto che “l’intervento di Open Arms è accaduto in SRR (Search and Rescue Region ndr.) Libica tra Libia e Lampedusa, Italia. La smetta di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione”. A supporto dell’affermazione, ha allegato una mappa che mostrava la posizione della Open Arms, più vicina a Lampedusa, quindi all’Italia, che a Malta.

L’eurodeputato spagnolo socialista Javi Lopez – che insieme ai colleghi Miguel Urban di Podemos, Ana Miranda del Bloque Nacionalista Gallego (Bng) e all’italiana Eleonora Forenza è imbarcato con Open Arms – ha riferito che i 59 salvati provengono da 14 Paesi diversi e che fra loro ci sono quattro minorenni, due dei quali non accompagnati.

Open Arms accusa l’Italia

Intanto da Open Arms arrivano accuse all’Italia per il naufragio di venerdì in Libia. Il bilancio è di tre neonati morti e 100 persone disperse. La ong rimprovera all’Italia di essere stata ignorata e non chiamata in causa per il salvataggio. “Ieri abbiamo ricevuto la richiesta di soccorso da parte di una barca con cento persone a bordo. Ma l’MRCC italiano ci ha detto che i libici si sarebbero occupati del soccorso. Poi abbiamo letto dei cento dispersi“, ha detto a Fanpage.it Riccardo Gatti di Proactiva.

In un articolo sul sito del giornale spagnolo El Diario, la giornalista Gabriela Sanchez, che si trova a bordo della nave Open Arms, offre una ricostruzione della vicenda. Venerdì mattina intorno alle 9 la nave ha sentito, tramite il canale radio 16, l’avviso informale di un aereo militare europeo alla guardia costiera libica, che avvertiva dell’avvistamento di un gommone in pericolo nella zona di Al-Khums, vicino alla costa di Tripoli, con 150 persone a bordo senza salvagente.

Nessuna comunicazione sarebbe giunta alla ong dal Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma. Alle 10.30 circa, cioè un’ora dopo la prima allerta informale, il primo mayday ufficiale a Open arms, dal Centro di coordinamento dei salvataggi di Malta. Ma a quel punto, quando la nave ha contattato Roma, il centro di coordinamento avrebbe riferito che i libici erano già sul posto. “Se fossero stati avvisati in tempo si sarebbero spostati nella zona“, scrive El Diario. In una nota, la Guardia costiera italiana ha precisato che il naufragio “è accaduto in acque territoriali libiche. Non ha visto in alcun modo il coinvolgimento della Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma“.

Chiara Battaglia

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome