Mini-bot, Giorgetti insiste ma gli industriali frenano: no all’aumento del debito

Il premier Giuseppe Conte non manca di sottolineare le difficoltà anche tecniche di varare una misura giudicata impraticabile da Ue e Bce

Italyís Undersecretary for Prime Minister Giancarlo Giorgetti looks on as he arrives for the swearing in ceremony of the new government led by the newly-appointed Prime Minister at Quirinale Palace in Rome on June 1, 2018. Italian cabinet members of the new government led by newly appointed Prime Minister Giuseppe Conte are to be sworn in later in the day, after a last-ditch coalition deal was hammered out to end months of political deadlock, narrowly avoiding snap elections in the eurozone's third largest economy. / AFP PHOTO / Alberto PIZZOLI

RAPALLO – Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti si presenta al secondo giorno del convegno dei giovani imprenditori a Rapallo nel pieno della guerra sui mini-bot. E, anche se evita di surriscaldare ulteriormente la polemica, non arretra sulla proposta dell’ala leghista del governo, provando piuttosto a rassicurare.

Atteso al varco dalla platea, spiega: “I mini-bot non sono l’anticamera dell’uscita dalla Ue o dall’euro. Sono piuttosto il tentativo di trovare una risposta al problema dei rimborsi della pubblica amministrazione. Un problema tra l’altro che non abbiamo creato noi ma su cui chiediamo di discutere”.

La replica di Giorgetti al presidente dei giovani imprenditori

Poi risponde alla battuta del presidente dei giovani imprenditori, Alessio Rossi, secondo cui cercare di risolvere il problema del debito pubblico con i mini-bot è come provarci con i soldi del monopoli. Giorgetti sta allo scherzo, e risponde: “Per giocare a monopoli bisogna essere in due. E come nel monopoli anche la proposta sui mini-bot va condivisa, è un problema di fiducia”. Poi cambia tono e rilancia: “La nostra non è una proposta imprudente, ma un’idea che va discussa e che fa parte del programma. Il problema nasce se qualcuno, e non penso a Draghi, vuole enfatizzare per far salire lo spread”.

La linea del premier Conte e del ministro Tria

Il forcing dell’ala leghista del governo lasci freddi Palazzo Chigi e via XX settembre. Il premier Giuseppe Conte non manca di sottolineare le difficoltà anche tecniche di varare una misura giudicata impraticabile da Ue e Bce. Mentre il ministro Giovanni Tria, dal Giappone, conferma la contrarietà del Tesoro.

Le perplessità degli industriali

Le rassicurazioni di Giorgetti non sembrano far breccia tra gli industriali. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia taglia corto: “Aumentare il debito mi sembra una scelta inopportuna”. Se la cava invece con una battuta l’amministratore delegato di Cdp Fabrizio Palermo: a chi gli chiede se si farebbe pagare lo stipendio con i mini-bot, si limita a dire: “Sono già pagato dallo Stato”.

(LaPresse/di Paolo Tavella)

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