Molestie, Bongiorno: “Violenza non è solo fisica, nasce da discriminazioni”

“La violenza non è solo fisica, la violenza è anche discriminazione”. Sono le parole della ministra per la PA, Giulia Bongiorno, durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Niccolò Cusano".

MILANO – “La violenza non è solo fisica, la violenza è anche discriminazione”. Sono le parole della ministra per la PA, Giulia Bongiorno, durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Niccolò Cusano. “La maggior parte delle violenze nasce dalla discriminazione, dal ritenere la donna un essere inferiore . La violenza nasce dal fatto che, se una donna non corrisponde più al proprio modello, viene trattata come una sorta di oggetto che non va più e che quindi si distrugge. E’ un fatto di straordinaria importanza rendersi conto che esiste il problema. Una ragione per cui siamo ancora a questi livelli è di natura storica”. Ha spiegato Bongiorno: “Abbiamo avuto per anni leggi che hanno giustificato la violenza nei confronti delle donne. Spesso sento persone che parlano di violenza sulle donne, ma non esaminano questa legislazione fortemente discriminatoria che ha creato questa situazione”.

 Per Bongiorno

“Non è che gli uomini impazziscono ed uccidono, gli uomini vengono da una legislazione in cui c’era questo tipo di cultura, in cui c’era lo ius corrigendi per cui l’uomo poteva ‘correggere’ la donna picchiandola, e in cui l’uomo che uccideva una donna che lo tradiva veniva sanzionato con la stessa pena di chi dà fuoco a un motorino. Io credo che riusciremo a superare il tema della violenza soltanto se riusciremo contemporaneamente a far andare avanti le donne. Per anni la donna non ha potuto svolgere la professione di avvocato. Quando ho iniziato a fare l’avvocato a Palermo erano tutti uomini, le donne erano pochissime.  Inizialmente lavoravo in uno studio di penale a Palermo e potete immaginare la clientela quale fosse, ricordo benissimo le umiliazioni subite. Quando mi approcciavo al cliente, il cliente non solo diffidava, ma spesso rifiutava di avere come interlocutore una donna avvocato”.

LaPresse

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