Moody’s passa la mano. Nessuna novità sul rating dell’Italia

L'agenzia newyorkese resta sempre dura con l'Italia

MILANO – Per questo giro Moody’s passa la mano, evitando di pronunciarsi in merito al rating sovrano dell’Italia, che rimane quindi un gradino al di sopra di quello che renderebbe i titoli di stato tricolori “spazzatura”. Il calendario segnalava che in giornata sarebbe potuta arrivare una revisione del giudizio italiano, ma questo non implicava necessariamente che ciò sarebbe avvenuto. E, in effetti, alla fine non s’è mossa foglia, come confermato dall’aggiornamento del calendario stesso arrivato in tarda serata.

Non una cattiva notizia per il paese, se si considera che quella newyorkese è stata ultimamente l’agenzia più severa nei suoi confronti. A metà ottobre, il downgrade da ‘baa2’ a ‘baar3’ aveva infatti portato la valutazione a un solo passo da quel “junk” che complicherebbe decisamente le cose. Soprattutto dal punto di vista delle possibilità di intervento della Banca centrale europea in caso di emergenza. Un declassamento che aveva rappresentato duro colpo. Ma che era arrivato – questo va sottolineato – nel pieno delle tensioni con Bruxelles sulla manovra di bilancio. Poi almeno in parte rientrate con l’accordo raggiunto tra il governo e la Commissione europea.

L’agenzia newyorkese resta sempre dura con l’Italia

D’altra parte, e questo faceva guardare alla giornata con una certa apprensione, l’ultimo pronunciamento di Moody’s in merito alla situazione italiana era stato un ennesimo campanello d’allarme. A fine febbraio, in un rapporto sulla crescita mondiale, l’agenzia aveva bollato quella tricolore come “anemica, attorno allo 0,4%”. Sottolineando tra l’altro come l’incertezza politica sembrasse destinata a rimanere alta per tutto il 2019. E prima ancora – si parla in questo caso di gennaio – quello dell’Italia era stata indicato tra i rating dell’area euro per i quali l’elevato indebitamento nazionale rimaneva “un limite”.

Nel dubbio, insomma, vale ancora una volta il motto “nessuna nuova, buona nuova”. Tanto più che meno di un mese fa anche un’altra agenzia di primo piano come Fitch aveva deciso di non ritoccare il proprio giudizio. Accompagnando però la notizia con alcune considerazioni tutt’altro che rassicuranti. A partire da quelle che chiamavano in causa o il livello estremamente alto di debito pubblico e l’assenza di un aggiustamento di bilancio strutturale. Per arrivare ai rischi politici e all’incertezza evocati in riferimento dall’attuale dinamica politica.

Marco Valsecchi (AWE/LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome