Musicista ucciso a Napoli, altri due indagati

NAPOLI – Non voleva uccidere, ma proteggersi: “Mi sono solo difeso quando ho visto l’altro ragazzo venire verso di me con tono minaccioso”. Il 16enne dei Quartieri Spagnoli fermato con le accuse di omicidio aggravato, detenzione, porto abusivo e ricettazione di arma, ha fornito la sua versione dei fatti al pm Francesco Regine. Oggi l’udienza di convalida del fermo presso la struttura dei Colli Aminei. Il giovane, difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, ha comunque confessato il delitto, precisando però di non aver mai avuto intenzione di uccidere Giovanbattista Cutolo.

“Non credevo fosse morto”, ha raccontato l’adolescente. Intanto l’inchiesta si allarga: agli atti risultano altri due indagati. Si tratta di due maggiorenni amici del 16enne, due ragazzi della comitiva composta da undici giovani che l’altra notte ha incrociato il destino di Giovanbattista e dei suoi sei amici. Ma cos’è successo l’altra notte in piazza Municipio? Le indagini della Squadra Mobile proseguono senza soluzione di continuità. Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona mostrano una serie di eventi che includono insulti, una rissa e gli spari, tre per l’esattezza, ma anche le chiare responsabilità del minore accusato. Finora si è accertato che undici persone sono state coinvolte nell’alterco, quattro delle quali provenienti dai Quartieri Spagnoli, tra cui il 16enne che ha sparato, oltre alla comitiva di sette ragazzi, tra cui la vittima.

Secondo quanto raccontato dal minore fermato dalla Mobile, la lite è iniziata per motivi apparentemente futili, un urto con uno scooter durante il parcheggio e un affronto fatto da un amico dell’assassino a un conoscente di Giovanbattista. E’ successo tutto in pochi concitati istanti. Le due comitive hanno litigato verbalmente. Poi la distanza fisica si è accorciata. Un amico del killer si è avvicinato a un amico di Cutolo e gli ha rovesciato in testa una bustina di maionese. Il 16enne ha riferito che la sua comitiva è stata aggredita dal gruppo di Cutolo dopo che uno dei suoi amici aveva preso di mira un giovane conosciuto dalla comitiva del musicista. La rissa è poi sfociata in violenza fisica, con alcuni soggetti che hanno usato oggetti come sedie e sgabelli per difendersi o attaccare. E’ in questo contesto che si sono verificati gli spari che hanno causato la morte di Cutolo. Il 16enne ha inoltre sostenuto di non essere stato in possesso dell’arma, ma che questa gli è stata consegnata da un membro del suo gruppo quando la situazione si è fatta tesa. Una pistola ‘della paranzella’, perché come ha raccontato il 16enne durante l’interrogatorio, “ai Quartieri Spagnoli le pistole vanno e vengono come l’acqua fresca”. La banalità del male. Pistola che, come ha aggiunto, gli avrebbe passato un amico. Nonostante la giovanissima età, il 16enne vantava già precedenti per truffa agli anziani e per tentato omicidio per aver accoltellato un coetaneo quando aveva appena 13 anni.

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