Narcos pentiti e ora tremano i boss

Bruno Carbone e Raffaele Imperiale hanno svelato il sistema per trasportare tonnellate di cocaina dall’Olanda a Napoli con camion e auto

Raffaele Imperiale

NAPOLI – I narcos hanno vuotato il sacco. Fatto i nomi e raccontato circostanze. Nei verbali i magistrati hanno ripetuto gli ‘omissis’, segno che le indagini sono ampie e nei prossimi mesi potranno sfociare in decine di arresti. Nel primo interrogatorio del 22 novembre Bruno Carbone ha ricostruito il sofisticato sistema per portare i carichi di droga a Napoli: coinvolge almeno una ventina di persone, tra corrieri, responsabili della logistica, delle spedizioni e degli stoccaggi. Una catena di montaggio. Ora tremano tutti. Nessuno sa chi ci sia dietro gli omissis.

Le rivelazioni

Il 45enne di Giugliano ha svelato cosa avevano messo su: una organizzazione capace di spostare tonnellate di cocaina. Compravano i camion (uno sequestrato in una villa a Lago Patria), li caricavano di stupefacenti in Olanda. Li svuotavano al nord, in Emilia Romagna. Qui gli stock passavano nelle auto, per arrivare fino a Napoli. Un business da capogiro: dal 2016 il gruppo guidato da Raffaele Imperiale ha spostato tantissima cocaina, almeno 4-5 quintali al mese. A chi finiva tutta questa droga? A molti clan, in quasi tutta Napoli. Da San Giovanni a Teduccio, Torre Annunziata, Melito (gli Amato-Pagano), ma anche i Sorianiello del rione Traiano, che avrebbero acquistato grossi stock.

Nomi e dettagli

Carbone ha fornito nomi e dettagli delle compravendite ai magistrati. Poco dopo essere stato bloccato in Siria da un gruppo paramilitare e ceduto alle autorità italiane (era latitante ma aveva documenti falsi ed era stato scambiato per una spia). Tutto nero su bianco. Lo stesso ha fatto Imperiale, arrestato a Dubai (l’altro ieri i pm hanno depositato quattro verbali di interrogatori). I due narcos conoscono tutto e tutti. I boss non dormono più sonni sereni. Sanno che da un momento all’altro, qualcuno può bussare alla porta con un mandato di arresto.
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