Nel 2020 un terzo delle famiglie accusa il calo dei redditi, il 20% teme nuove difficoltà

Sul fronte occupazione più di un terzo delle famiglie si aspetta un netto peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro nei prossimi 12 mesi e le prospettive sono più negative per i lavoratori autonomi e i disoccupati

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – Un terzo delle famiglie italiane ha subito nel complesso del 2020 una riduzione del reddito familiare rispetto all’anno precedente. Un 20% continua a pensare che la crisi non si esaurirà entro l’anno. Mentre il 40% comincia ad avere problemi a pagare affitti o mutui o spese straordinarie. L’analisi condotta da Bankitalia nella terza edizione dell’indagine sulle Famiglie italiane restituisce un quadro di particolare sofferenza con pochi spiragli di speranza.

Il calo dei redditi

Secondo Via Nazionale infatti un terzo delle famiglie ha subito nel 2020 una riduzione del reddito familiare rispetto all’anno precedente e le conseguenze della crisi pandemica, spiega Bankitalia, sono state attenuate solo dal ricorso alle misure di sostegno al reddito. Circa un quarto dei nuclei ha percepito almeno una forma di supporto tra settembre e novembre. In più oltre la metà della popolazione vive in famiglie che dichiarano di non disporre di risorse finanziarie sufficienti a mantenere uno standard minimo di vita per almeno tre mesi in assenza di entrate, in linea con quanto rilevato in primavera; più di un quinto degli individui si trova in questa condizione e ha contemporaneamente subito un calo del reddito familiare nel 2020.

Il fronte occupazionale

E le aspettative per l’anno in corso non sono incoraggianti. Sul fronte occupazione più di un terzo delle famiglie si aspetta un netto peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro nei prossimi 12 mesi. E le prospettive sono più negative per i lavoratori autonomi e i disoccupati. In particolare oltre un quinto dei capifamiglia con contratto a termine e un decimo degli autonomi ritiene che la probabilità di perdere il lavoro nei dodici mesi sia superiore al 50 per cento.

Tra i disoccupati, solo poco più del 10 per cento si aspetta che ci sia una probabilità superiore al 75 per cento di trovare una nuova occupazione nell’arco di un anno. In queste condizioni il 20 per cento dei nuclei si attende nel 2021 un reddito inferiore a quello percepito nel 2020. Percentuale che raddoppia tra le famiglie che dichiarano di aver già subito una riduzione del reddito nel 2020: soltanto un quinto di esse ne prefigura una ripresa.

La capacità di spesa

Riflessi anche sulla capacità di spesa. Basti pensare, osserva Bankitalia, che quasi il 40 per cento degli affittuari e oltre il 30 per cento delle famiglie indebitate hanno dichiarato di avere difficoltà nel sostenere il pagamento dell’affitto o delle rate del debito. In più a partire dall’inizio dell’epidemia, circa il 15 per cento delle famiglie ha richiesto o ha preso in considerazione la possibilità di richiedere un prestito. Indicando come motivazione la necessità di disporre di liquidità per finanziare le spese correnti.

L’allarme

Temono la catastrofe le associazioni dei consumatori. “I dati di Bankitalia confermano il generale impoverimento delle famiglie” osserva il Codacons. “La riduzione del reddito dimostra in modo lampante come le misure di sostegno messe in campo dal Governo non siano state sufficienti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Milioni di nuclei sono in difficoltà col pagamento di affitti, rate e bollette, e il rischio concreto è quello di una nuova ondata di povertà in Italia nel corso del 2021.

La riduzione del reddito, poi, avrà effetti a lungo termine per i consumi, con ripercussioni negative a catena per commercio e industria. Per tale motivo chiediamo al Governo di intervenire non con bonus a pioggia, ma con misure strutturali, partendo dalla detassazione di beni e servizi essenziali come bollette di luce e gas, alimentari e carburanti. In modo da alleggerire la spesa delle famiglie, e prorogare il blocco dei licenziamenti per tutto il 2021″.

(LaPresse)

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