Notte degli Oscar: vince ‘Parasite’ del sudcoreano Bong Joon Ho

Bong Joon Ho festeggia (foto Chris Pizzello)

LOS ANGELES – Notte degli Oscar, vince ‘Parasite’ del sudcoreano di Bong Joon Ho, già vincitore della palma d’oro a Cannes che, oltre al riconoscimento di miglior film, si aggiudica anche altri tre premi: miglior regia, seneggiatura originale e miglior film internazionale (ex ‘straniero’). A Joaquin Phoenix il premio per il miglior attore, miglior attrice a Renee Zellweger Judy, miglior attore non protagonista a Brad Pitt (C’era una volta a…Hollywood) e miglior attrice non protagonista a Laura Dern (Storia di un matrimonio).

Gli altri premiati


Tre premi per 1917 di Sam Mendes, tra i favoriti fino all’ultimo per miglior film: fotografia, sonoro ed effetti speciali. Elton John si aggiudica il suo secondo Oscar in carriera per la sua ‘(I’m Gonna) Love me Again’ in Rocketman. Due statuette per Quentin Tarantino e C’era una volta a …Hollywood anche lui con 10 e due su 11 per Joker di Todd Phillips.

La sorpresa

The Irishman, di Martin Scorsese che aveva ricevuto ben nomination, non ha vinto nessun premio.

Il critico

A rendere Parasite il film paradigma degli anni che viviamo probabilmente è la trama – scrive il critico d’arte Gabriele Niola – l’invenzione di questi parassiti dei parassiti che svelano altri parassiti. Ma è la mano di Bong Joon-ho, la maniera in cui lavora (come sempre nei suoi film) tra primo piano e sfondo a fare la differenza.

Il suo stile prevede che le informazioni non le prendiamo solo da ciò che accade in primo piano, ma che quel che il film ci dice o che una scena ci dice venga sempre dall’interazione tra il primo piano e il secondo piano, tra le due persone che parlano e le altre due che nello sfondo stanno facendo qualcos’altro, qualcosa di fondamentale. Proprio da quella relazione, dal fatto magari che le prime due non vedano, non sentano o scelgano di trascurare le seconde, viene tutto il senso”. Un film che “mette sempre lo spettatore nella condizione di operare delle piccole e facili decodifiche delle immagini”. Insomma “un esercizio di attività che consente a Parasite di dire molto più di quel che svelano i suoi eventi”.

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