Nuove tutele in tempo di crisi

L'intervento di Lorenzo Fattori dell'associazione Futuro Prossimo

Crisi sanitaria, crisi economica, crisi sociale: è questa la concatenazione di eventi della quale rischiamo di assistere, come testimoni impotenti. In queste settimane le istituzioni hanno messo in campo un notevole sforzo per affrontare una situazione mai verificatasi nella storia recente, ma chi vive al Sud sa bene che ci sono aree del Paese, in particolare all’interno delle grandi città, che sono vere e proprie bombe sociali pronte a innescarsi; un primo esempio di cosa potrà succedere se l’attuale situazione perdurerà viene da Palermo, dove è stato necessario schierare le forze dell’ordine nei supermercati per scongiurare il rischio di assalti. Bisogna intervenire ora per evitare che la situazione degeneri, non con strumenti repressivi, bensì con nuove tutele per chi è in condizione di bisogno.

Una recente intervista di Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud, ha avuto il pregio di richiamare l’attenzione su una larga fascia della popolazione in estrema difficoltà, che non gode di reddito regolare né di sussidi; lo stesso Ministro è successivamente tornato sull’argomento proponendo, all’interno di un’argomentazione anche più articolata, un’estensione del reddito di cittadinanza. Altri esponenti di parti politiche o sociali hanno ipotizzato, in alternativa, l’istituzione di un assegno sociale per le famiglie senza reddito che non godano né di pensione, né di ammortizzatori sociali. Bisogna purtroppo registrare che tante risposte di esponenti della politica e della società a riflessioni di questo tenore sembrano caratterizzate non dal desiderio di fornire strumenti ai propri concittadini, bensì da una retorica moralista secondo cui chi non ha un lavoro regolare è nient’altro che un fannullone o un relitto. Queste posizioni fingono di non vedere lo stato, già grave prima di quest’emergenza, del sistema economico-produttivo di vaste aree del Paese, in cui la disoccupazione – soprattutto giovanile – è diventata endemica, e nel sommerso c’è l’unico spazio reale di sussistenza per tante famiglie. È sostanzialmente per questo motivo che la parte lavoristica del reddito di cittadinanza non può realmente essere efficace; ma questo strumento può svolgere durante questa crisi un ruolo utile proprio nel sostegno a chi non ha altrimenti modo di mettere il piatto a tavola. Le misure annunciate sabato pomeriggio dal Governo sono da accogliere con favore, soprattutto i 400 milioni messi a disposizione per la spesa, ma serve qualcosa di più di un’una tantum. In Parlamento è stato già depositato un Ordine del giorno in cui si richiede la modifica e l’estensione del reddito di cittadinanza: non si può che auspicarne una rapida approvazione e una altrettanto rapida applicazione da parte del Governo.

Infine, seppure tutti speriamo in un intervento a livello comunitario che fornisca ampie garanzie, non è pensabile che il nostro sistema economico esca da quest’emergenza in condizioni migliori di come ci è arrivato; non ci si può dunque sottrarre alla necessità di immaginare larghe tutele per tutti coloro che, al termine del lockdown, si ritroveranno in condizioni di bisogno, e un’attuale estensione del reddito potrebbe fungere anche da utile sperimentazione in tal senso. In temperie senza precedenti quale quella che stiamo vivendo, è sempre bene sperare per il meglio, ma prepararsi prudentemente al peggio.

L’intervento di Lorenzo Fattori dell’associazione Futuro Prossimo

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