Ocse: “Per il Pil tricolore crescita zero nel secondo trimestre”

Una primavera a crescita zero. E' quella vissuta dall'economia italiana secondo i dati diffusi dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che mostrano un prodotto interno tricolore immobile da aprile a giugno sia su base annnua che nel confronto con i tre mesi precedenti.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

MILANO – Una primavera a crescita zero. E’ quella vissuta dall’economia italiana secondo i dati diffusi dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che mostrano un prodotto interno tricolore immobile da aprile a giugno sia su base annnua che nel confronto con i tre mesi precedenti. Delle due è la dinamica sull’anno quella che desta maggiore preoccupazione: come osservato dalla stessa Ocse, da questo punto di vista il risultato tricolore è il peggiore in assoluto tra quelli messi a referto dalle sette maggiori economie incluse nel monitoraggio, cioè – oltre all’Italia – Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.

I dati

Su base trimestrale, invece, il rallentamento dell’espansione economica è prima di tutto un mal comune. Il dato relativo all’area Ocse vede infatti il Pil decelerare nel secondo trimestre al +0,5% dal +0,6% dei tre mesi precedenti, mentre l’espansione economica nell’Unione europea e nell’eurozona si portano entrambe sul +0,2%, rispettivamente da +0,5% e +0,4%. Guardando alle singole nazioni, da questo punto di vista quantomeno il Belpaese non spicca. L’Italia ha sì inchiodato venendo da un +0,1%, ma le frenate più nette restano quella del Regno Unito alle prese con la Brexit, che ingrana la retromarcia con un -0,2% che fa seguito al +0,5% del primo trimestre, e quella della Germania, colpita nelle esportazioni dalla difficile situazione del commercio internazionale, che a sua volta gira di segno con un -0,1% da +0,4%.

Il momento

A conferma della criticità della fase che l’economia tedesca sta attraversando, arriva intanto anche la nuova lettura dell’indice Ifo, diffusa in giornata dall’omonimo istituto. La fiducia degli imprenditori della prima economia europea ha subito un nuovo calo in agosto, andando a portarsi sui minimi da novembre 2012 a quota 94,3 punti. Un risultato che non solo evidenzia un arretramento rispetto ai 95,8 punti di luglio, ma che delude anche gli analisti, le cui attese convergevano a quota 95,1 punti. “Non si vede un solo raggio di luce in nessun settore dell’industria”, sottolinea d’altra parte il rapporto dell’Ifo, dal quale si evince come sul fronte del commercio il peggioramento dell’umore sia stato trainato in particolare dall’ingrosso.

di Marco Valsecchi

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