Ok dagli Usa all’operazione su Rafah in cambio di una risposta limitata all’Iran

La violenta guerra in corso tra Israele e Hamas ha raggiunto un tragico picco al giorno 195, con un devastante raid israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di sette civili, inclusi tre bambini. L’attacco ha avuto come bersaglio un sito e una struttura residenziale nella città, con l’agenzia di stampa palestinese Wafa che riporta la notizia e aggiunge che la struttura residenziale ospitava anche sfollati, aggiungendo ulteriore tragedia a una situazione già drammatica.

Per Hamas, l’attacco iraniano con droni rappresenta una “reazione legittima” al raid israeliano sul consolato, sebbene sia stato neutralizzato dall’efficacia dell’Iron Dome e dei jet alleati. Questo scambio di violenze continua a tenere in scacco la regione, causando ulteriori sofferenze e perdite tra la popolazione civile.

Tuttavia, nonostante le tensioni e gli attacchi in corso, sembra che Israele non abbia intenzione di estendere il conflitto coinvolgendo l’Iran. Fonti americane riferiscono che è improbabile che un attacco venga effettuato prima della fine della Pasqua ebraica, che inizia il 22 aprile e termina il 30. Tel Aviv, secondo quanto riferito da fonti israeliane, aveva pianificato risposte all’Iran durante la settimana, ma ha poi abbandonato i piani.

Intanto, gli Stati Uniti avrebbero accettato un piano di operazione militare israeliana a Rafah in cambio di una risposta limitata all’Iran da parte di Tel Aviv, secondo una fonte egiziana citata dal quotidiano londinese Al-Araby Al-Jadeed del Qatar.

Le reazioni internazionali non si fanno attendere, con il Consiglio europeo che ribadisce l’urgente necessità di porre fine alla crisi nella regione e di raggiungere un cessate il fuoco immediato. L’Unione Europea condanna fermamente l’attacco iraniano e invita tutte le parti coinvolte a mostrare moderazione per evitare un ulteriore escalation del conflitto.

In questo contesto, il Medio Oriente continua a essere una polveriera pronta a esplodere, con l’Unione Europea che annuncia nuove sanzioni contro l’Iran, concentrandosi principalmente su droni e missili, nella speranza di contribuire alla riduzione delle tensioni e alla sicurezza nella regione.

La situazione resta estremamente instabile e la comunità internazionale è chiamata a intervenire con urgenza per evitare ulteriori tragedie e promuovere una soluzione pacifica e duratura al conflitto.

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