Ondate di caldo, api in pericolo

NAPOLI – Ondate di calore sempre più frequenti, eventi climatici estremi e un generale scombussolamento del clima mettono in pericolo la sopravvivenza dell’ape mellifera in Italia e in Campania, fonte di ricchezza gastronomica e culturale nei territori della regione. Una situazione che mette fortemente in allarme le associazioni di apicoltori. “Da ormai diversi anni – dichiara Gerardo De Cillis, Presidente Asnapi – purtroppo è aumentata la difficoltà degli apicoltori nel produrre miele a causa dei cambiamenti climatici che costantemente attraversano il nostro Paese. Si vedono mesi di inverno con temperature più elevate rispetto alla media del passato e mesi di inizio primavera con forti gelate che danneggiano gravemente le fioriture nei momenti di raccolta di interesse apistico avendo ripercussioni negative anche sullo stato di salute delle stesse famiglie di api. Essendo pastore delle api e percorrendo i pascoli e i sentieri di montagna è ormai chiaro un cambiamento di ibridazione sia degli insetti che degli stessi pascoli, come le stesse api, un ibrido che avanza in maniera selvaggia, minacciando razze e biodiversità”.

Gerardo De Cillis

Sos caldo, api in pericolo
Addio a un vaso di miele su 3

Sos caldo negli alveari italiani, dove le alte temperature stressano le api limitando l’attività di raccolta del polline e aggravando una situazione che nell’ultimo anno ha visto dire addio a un vaso di miele italiano su tre, proprio per effetto dei cambiamenti climatici, con sei eventi estremi al giorno tra siccità, incendi, bombe d’acqua e gelo che hanno compromesso pesantemente la vita nelle arnie. Se la siccità penalizza le fioriture limitando la disponibilità del polline, il caldo incide sulla stessa attività delle api che riducono la produzione di miele. Il risultato delle bizzarrie climatiche è un raccolto Made in Italy al di sotto dei 12,5 milioni di chili, tra i più bassi degli ultimi decenni.

Senza l’impollinazione
a rischio 3 colture su 4

In media una singola ape visita in genere circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un lavoro che genera un valore economico stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno su scala mondiale, 22 miliardi su scala europea e 3 miliardi su scala nazionale. Tre colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. Inoltre, il miele ha proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, ma è anche un energizzante naturale che può essere usato nelle escursioni o prima di una gara sportiva o di un allenamento, grazie anche alla sua alta digeribilità.

L’ape mellifera italiana
in cima alle classifiche

L’ape mellifera ligustica ovvero l’ape italiana è considerata la miglior ape da miele al mondo, ed è colei che con la sua espansione ha rivoluzionato l’apicoltura a livello mondiale. Le caratteristiche straordinarie di docilità, laboriosità, mansuetudine e bassa tendenza alla sciamatura la pongono ai vertici della categoria tra tutte le api mellifere. Il clima, l’ambiente e la natura così varia da nord a sud ha plasmato un’ape resistente, laboriosa e predisposta al lavoro, in totale sintonia con l’ambiente italiano ma eccezionalmente eclettica ed adattabile, capace di rispondere a diversi tipi di ambienti e gestione professionale, cosa che l’ha resa insuperabile rispetto alle altre sottospecie europee e non.

A Caserta il centro
di apicoltura sociale

Coinvolgere persone in cerca di occupazione, principale o per integrazione del reddito, immigrati di origine extracomunitaria che si vogliono inserire nel mondo del lavoro e detenuti in regimi agevolati in fase di reinserimento nella società: a inizio aprile è iniziato a Caserta il progetto di ‘apicoltura sociale’. Un iniziativa che ha visto la partecipazione non soltanto delle istituzioni e del mondo accademico ma anche quella di tutti gli appassionati di api e natura. Il Progetto si pone l’obiettivo di creare un Centro Imprenditoriale di Apicoltura Sociale, denominato il Miele dell’Accoglienza.

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