Ospedali all’osso, ricorso a Mattarella

Dieci sindacati chiedono al Capo dello Stato di annullare il piano di fabbisogno di De Luca. La delibera presuppone un orario annuale di 1500 ore per i medici, ma il numero reale è inferiore e quindi serve più personale

Napoli – Uno schieramento di 10 sindacati medici si rivolge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per far annullare la “Metodologia di determinazione del fabbisogno di personale” dettata dalla giunta di Vincenzo De Luca. A firmare il ricorso sono i segretari campani dei sindacati Cimo Antonio De Falco, Anaao Assomed Vincenzo Bencivenga, Aaroi Emac Giuseppe Galano, Fp Cgil Medici Giosuè Di Maro, Cisl Medici Attilio Maurano, Uil Fpl Medici Biagio Fulco, Fvm Giovanni Bruno, Fassid Fabio Pinto, Fesmed Salvatore Gargiulo, Anpo Ascoti Fials Medici Fabio Tamburro.

Viene chiesto l’annullamento della delibera di giunta 593 del 22 dicembre scorso. Anzitutto, il piano è basato sugli ospedali organizzati sul criterio dell’intensità di cure (in base al quale i pazienti vengono ricoverati nei vari reparti non in base alla patologia, ma al bisogno di assistenza), ma queste strutture in Campania semplicemente non esistono. La giunta ha calcolato il fabbisogno di medici facendo riferimento a un orario medio annuale di 1500 ore, ma questo criterio non tiene conto delle diverse condizioni di lavoro. Bisogna invece basarsi sull’attività svolta per poter garantire personale aggiuntivo, a seconda delle caratteristiche dell’ospedale.

I sindacati non sono stati consultati nel calcolo del fabbisogno e la Regione li ha informati solo a cose fatte. Il disciplinare tecnico sul quale è basato il calcolo del fabbisogno di personale è illegittimo perché appunto presuppone l’esistenza in Campania di ospedali organizzati secondo l’intensità di cure, : al momento, i pazienti vengono raggruppati a seconda delle patologie delle quali soffrono, per cui il calcolo è fondato su criteri inadatti alla situazione campana.

Sull’orario di lavoro effettivo dei medici, secondo uno studio del Cimo, le ore lavorate non arrivano a 1500: per un medico che non abbia diritto al riposo biologico, sono 1428 o 1462 a seconda che lavori su 5 o su 6 giorni settimanali: per un radiologo sono 1353 o 1388; per un anestesista 1387 o 1422. Dati che peraltro rispecchiano quelli indicati dalla Conferenza delle Regioni. Il numero di medici da assegnare alle strutture è quindi sottostimato. Sbagliato anche il numero di ore di lavoro per il servizio di guardia medica. Per la Chirurgia toracica, con le ore calcolate dalla Regione non è possibile garantire una seconda unità in servizio in sala operatoria. Discorso simile per la Radiologia.

Per il pronto soccorso, il piano non garantisce la presenza di un medico nell’unità di osservazione, dove vengono destinati i pazienti che non hanno bisogno di un ricovero immediato, ma di ulteriori analisi o di restare in osservazione. Altri punti del piano sono poco chiari o generici. L’organico non è quindi adeguato e non risulta possibile assicurare prestazioni adeguate. Inoltre, gli operatori sanitari rischiano di dover rispondere di eventi avversi, insieme alla struttura sanitaria.

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