Il Papa: ascoltate il grido dei poveri. E pranza con 1500 bisognosi

ROMA (Maria Elena Ribezzo) – In un mondo in cui la forbice sociale si allarga a ritmi allarmanti, diventa sempre più chiaro che la povertà affonda la sua “radice perversa” nell’ingiustizia. Papa Francesco parla dal pulpito della maestosa Basilica di San Pietro, ma davanti ha almeno 6mila indigenti. Porta a pranzo in Vaticano 1.500 di loro, al termine della messa: lasagne, bocconcini di pollo, purè di patate e tiramisù, con i giovani della Banda del Santuario di Pompei ad animare il pasto. Sono tremila in tutta Roma i bisognosi che partecipano a un pranzo offerto dalla Chiesa.

La giornata dei poveri

Organizza tutto nella seconda Giornata Mondiale dei Poveri, che lui stesso ha istituito nel 2016, durante il Giubileo della Misericordia. E non risparmia una stoccata a chi lo accusa di populismo: il suo continuo richiamo a vivere la fede a contatto coi bisognosi “non è un’opzione sociologica, non è la moda di un Pontificato – tuona –, è un’esigenza teologica”. Puntando il dito contro chi si sente immune e lontano dalla miseria, Francesco denuncia che il grido dei poveri diventa “ogni giorno più forte, ma ogni giorno meno ascoltato, sovrastato dal frastuono di pochi ricchi, che sono sempre di meno e sempre più ricchi”.

Il Papa: ascoltiamo il grido di chi soffre

È un urlo assordante perché sempre più partecipato: “è il grido strozzato di bambini che non possono venire alla luce, di piccoli che patiscono la fame, di ragazzi abituati al fragore delle bombe anziché agli allegri schiamazzi dei giochi. È il grido di anziani scartati e lasciati soli. quello di chi si trova ad affrontare le tempeste della vita senza una presenza amica. È il grido di chi deve fuggire, lasciando la casa e la terra senza la certezza di un approdo. L’urlo di intere popolazioni, private pure delle ingenti risorse naturali di cui dispongono. È il grido dei tanti Lazzaro che piangono, mentre pochi epuloni banchettano con quanto per giustizia spetta a tutti”.

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