Papa: “La democrazia arretra, l’Ue è lacerata da nazionalismi”

Il pontefice ad Atene ha incontrato le autorità greche dicendosi preoccupato per le sorti dell'Europa e del mondo

Con lo sguardo rivolto all’Acropoli di Atene, dalla culla della democrazia, Papa Francesco si confessa allarmato per le sorti dell’Europa e del mondo. Le società sono “anestetizzate dal consumismo”, le popolazioni sono stanche, cedono allo “scetticismo democratico” e le nubi dei regimi si addensano.

“Non si può che constatare con preoccupazione come oggi, non solo nel Continente europeo, si registri un arretramento della democrazia”, dice alle autorità, dopo aver incontrato in privato la presidente della Repubblica, Ekaterini Sakellaropoulou, e il premier, Kyriakos Mitsotakis. La partecipazione domanda “fatica e pazienza”, è “complessa”, osserva. Tutto il contrario degli autoritarismi (“sbrigativi”) e delle “facili rassicurazioni” proposte dai populismi. Sembrano soluzioni “allettanti”.

Non c’è città migliore dalla quale levare un messaggio orientato “verso l’Alto” e “verso l’altro”: alle “seduzioni dell’autoritarismo” rispondere con la democrazia, all’”indifferenza individualista” opporre la cura dell’altro, del povero e del creato. Un umanesimo rinnovato è quello di cui hanno bisogno i nostri tempi, afferma e cita Alcide De Gasperi, nel suo discorso a Milano del 23 aprile 1949: “Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale”.

La comunità internazionale deve aprire vie di pace attraverso un multilateralismo che “non venga soffocato da eccessive pretese nazionaliste”. Ecco perché al vecchio continente Bergoglio chiede organizzazione: soprattutto per gestire il dramma dei migranti, protagonisti di una moderna odissea. In alcune isole della Grecia, sono approdati più rifugiati che abitanti, già affaticati dalla crisi economica, eppure, è la stoccata, l’Europa tergiversa, “lacerata da egoismi nazionalistici”. Invece di essere traino di solidarietà si dimostra inadeguata, “bloccata e scoordinata”.

L’invito è abbandonare l’individualismo e passare dal “parteggiare al partecipare”, sempre. Vale per il clima, per il quale il Papa chiede ai leader di “passare dalle parole ai fatti”, di assumere e condividere impegni che non siano solo “di facciata”. Ma vale anche per la lotta alla pandemia, quella “grande avversità” che “ci ha fatti riscoprire fragili e bisognosi degli altri”, una sfida che comporta interventi da parte delle autorità, la “necessità” della campagna vaccinale e “non pochi sacrifici per i cittadini”.

LaPresse

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