Parigi: spari in centro, uccisi 3 militanti curdi. Comunità protesta, scontri

Foto AP /Lewis Joly Associated Press / LaPresse Membri della comunità curda si trovano in una nuvola di gas lacrimogeni mentre si scontrano con gli agenti di polizia vicino alla scena del crimine dove è avvenuta una sparatoria a Parigi, venerdì 23 dicembre 2022.

Spari nel cuore di Parigi davanti a un centro culturale curdo. Non era ancora mezzogiorno quando nel 10° arrondissement un uomo di nazionalità francese, un 69enne già noto alla polizia che l’anno scorso aveva attaccato un campo di migranti con una sciabola, ha aperto il fuoco, provocando 3 morti e 3 feriti. L’uomo è stato fermato e presto è emerso che era stato scarcerato solo pochi giorni fa, il 12 dicembre.

“I curdi di Francia sono stati il bersaglio di un attacco ignobile nel cuore di Parigi”, ha twittato il presidente francese Emmanuel Macron. La comunità curda è scesa in strada in serata per manifestare la sua rabbia nella zona della sparatoria, urlando slogan contro il governo della Turchia. Sono scoppiati tafferugli con la polizia, in cui secondo alcune fonti sono rimasti feriti 6 agenti: i dimostranti hanno lanciato oggetti contro gli agenti e questi ultimi hanno a loro volta usato lacrimogeni. Le persone rimaste uccise sono una donna e due uomini, ha riferito la procura.

Tutti “militanti curdi” secondo il Conseil Démocratique Kurde en France (CDKF) che gestisce il centro colpito, che ha convocato una protesta dei curdi per domani alle 12 in Place de la République. Per l’organizzazione curda si tratta di “omicidi politici”, tanto più che “una delle vittime assassinate oggi era una delle reponsabili del movimento delle donne curde in Francia”. Fra l’altro il CDKF sottolinea che mancavano pochi giorni al 10° anniversario dell’assassinio di tre militanti curde avvenuto a Parigi il 9 gennaio del 2013: allora tre attiviste curde fra cui Sakine Cansiz, tra i fondatori del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), erano state trovate uccise a colpi di pistola in un centro curdo; un cittadino turco fu accusato della loro uccisione, ma sospetti ricaddero anche sul servizio di intelligence turco. “Siamo attualmente indignati” per il fatto che “il carattere terroristico (dell’attacco, ndr) non è stato mantenuto” dagli investigatori, ha detto Agit Polat, portavoce del CDKF.

Sull’attacco è in corso un’indagine e viene valutata un’eventuale motivazione razzista. L’assalitore era stato scarcerato appunto il 12 dicembre scorso, a seguito del raggiungimento del limite massimo di tempo per la sua detenzione preventiva dopo l’attacco ai migranti con la sciabola risalente all’8 dicembre del 2021. Era però sotto sorveglianza giudiziaria, che comprendeva “l’obbligo di sottoporsi a un trattamento psichiatrico” e il divieto “di detenere e portare un’arma”, ha riferito la procuratrice di Parigi. Il 69enne fra l’altro, presentato dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin come tiratore sportivo, era stato condannato nel giugno 2017 per “detenzione vietata di armi”, ricevendo una pena detentiva di 6 mesi con sospensione della pena e il divieto di detenere un’arma per 5 anni.

Il padre a M6 l’ha definito “pazzo” e “imbecille”: l’uomo era tornato a vivere dai genitori, di 91 e 93 anni, dopo essere uscito dal carcere. “Ieri sera stava ancora giocando a Scarabeo con sua madre. Era un tipo tranquillo che non viveva come tutti gli altri”, ha raccontato ancora il padre. I luoghi colpiti, secondo quanto riferito dalla responsabile del 10° arrondissement Alexandra Cordebard, sono tre: il centro culturale curdo, un ristorante e una parruccheria. Dopo la sparatoria diversi attivisti curdi ora fanno sapere di non sentirsi protetti a Parigi. E diversi membri della comunità hanno riferito che recentemente erano stati avvertiti dalla polizia di minacce su obiettivi curdi.

La rabbia è esplosa in strada dopo l’arrivo sul luogo della sparatoria del ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin: “Non è certo che il killer che voleva uccidere queste persone lo abbia fatto specificamente per i curdi”, ma “ovviamente voleva prendere di mira gli stranieri”, ha detto Darmanin. L’esercito turco sta combattendo contro i militanti curdi affiliati al Pkk (che in Turchia è messo al bando) nel sud-est della Turchia come pure nel nord dell’Iraq.

L’esercito turco ha anche recentemente lanciato una serie di attacchi aerei e di artiglieria contro obiettivi di militanti curdo-siriani nel nord della Siria. Il Pkk è considerato un’organizzazione terroristica in Turchia, Europa e Stati Uniti e porta avanti una rivolta armata contro lo Stato turco dal 1984. La Francia è stata colpita da una serie di attacchi mortali da parte di estremisti islamici nel 2015-2016 e rimane in allerta per la violenza legata al terrorismo.(LaPresse/AP)

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