Pd, Veltroni: “Stia con Draghi, la sinistra si allarghi e impari a stare insieme”

Le parole di uno dei primi leader dem

Foto Claudio Furlan / Lapresse in foto Walter Veltroni

MILANO – Qual è il ruolo del Pd in questa fase? “Mai come in questo momento sono confermate le ragioni per cui è nata una grande forza riformista di massa. Nella commedia degli inganni che è la politica di oggi, penso ci sia uno spazio enorme per una forza riformista, innovativa. E coerente, mentre tutti cambiano posizione su temi fondamentali, come sull’Europa”. Così Walter Veltroni, primo leader dem, in un’intervista a ‘La Stampa’.

“Al Pd – aggiunge – consiglio di sentire il governo Draghi come il proprio e di non fare la vedova del governo precedente. È giusto rivendicarne i meriti: il governo Conte ha fronteggiato bene la pandemia, ma ora guardiamo avanti. A Letta, dico che ho grande fiducia in quello che farà. Forse vado contro lo spirito del tempo ma sono molto ottimista sul futuro del Pd: ha davanti a sé spazi enormi. Se farà ciò per cui è nato: dare al riformismo italiano un grande consenso di popolo”.

Secondo Veltroni, “se da anni stai al governo e la maggioranza del consenso va al centrodestra, ti devi porre il problema. Una delle ragioni per cui il Pd nacque e ancora serve è per rimuovere l’idea un po’ cinica secondo cui la sinistra può essere solo minoranza. Se la pensi così, allora hai una sorta di vocazione minoritaria e ti allei con chiunque pur di governare. Il governo diventa un fine e non un mezzo per cambiare il Paese. Ma una grande sinistra sa stare al governo e all’opposizione. Bisogna rimettere radici dove la sinistra di un riformismo radicale deve stare”.

“Mi auguro che si ricongiungano tutti quelli che sono stati nel Pd”, sottolinea l’ex segretario dem. Anche Matteo Renzi? “Ci si può ricongiungere non solo nello stesso partito, lo si può fare anche in un’alleanza, purché sia chiaro l’indirizzo politico e ci sia sincera solidarietà. Quella che è mancata sempre in questi anni, fino alla caduta di Conte. A sinistra bisogna prima o poi abituarsi a convivere: non è possibile che l’unica forma del dibattito sia l’unanimismo oppure le scissioni”.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome