Pensioni, Mastrapasqua ‘boccia’ l’idea di Tridico: gli italiani vogliono la semplicità

Dividere in 2 tranche la pensione del futuro è "ingegneria previdenziale" che rischia di "disorientare gli italiani"

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – Dividere in 2 tranche la pensione del futuro è “ingegneria previdenziale” che rischia di “disorientare gli italiani”. Antonio Mastrapasqua, presidente Inps dal 2008 al 2014, ‘boccia’ la proposta firmata Pasquale Tridico, rilancia sul lavoro giovanile e punta sulla previdenza complementare. Mentre sindacati e governo lavorano per riformare le pensioni, l’attuale componente della task force organizzata dal ministro Renato Brunetta per la Riforma della Pa a LaPresse dice: “Credo che ci sia bisogno di semplicità. Dopo scalini, scaloni e salvaguardie, gli italiani avrebbero bisogno di conoscere con semplicità come e quando accedere alla pensione. L’ingegneria previdenziale non mi appassiona”.

E se le parti sociali puntano sull’uscita flessibile a 62 anni o con 41 anni di contributi, Mastrapasqua avvisa: “La riforma Fornero aveva messo in sicurezza i conti, introducendo un problema di equità sociale e generazionale. Non credo che la questione possa essere risolta con formule aritmetiche”. Il problema delle pensioni e della loro sostenibilità, secondo il vice presidente di Proger, si risolve solo “favorendo il lavoro e il lavoro giovanile in particolare. E promuovendo la previdenza complementare, la cui centralità nel sistema sembra sia stata trascurata”. Su Quota 100 il giudizio non è positivo: sui 19 miliardi stanziati ne sono stati consumati appena 10, quindi la domanda “non è stata coerente con l’offerta”. L’idea dell’ex numero numero dell’Inps è ben articolata, con la costituzione di un Fondo alimentato dalla mancata erogazione delle pensioni e destinato alla copertura della decontribuzione delle nuove assunzioni. In pratica il lavoratore ‘anziano’ che raggiunge i requisiti della pensione anticipata continua a lavorare per un “congruo” periodo di tempo.

In quella finestra, l’azienda presso cui lavora viene sgravata dal pagamento dei contributi previdenziali e al lavoratore, spiega Mastrapasqua, potrebbe andare una quota del 33% risparmiato dall’azienda. Il punto focale di questo ragionamento è che la mancata erogazione della pensione potrebbe alimentare un Fondo “ad hoc”, destinato da un lato a coprire la decontribuzione dei lavoratori che restano al lavoro e la contestuale decontribuzione dei giovani neo-assunti che viene promossa nello stesso periodo.

Accanto al tema della riforma previdenziale, rimane quello della riforma degli ammortizzatori sociali e della fine del blocco dei licenziamenti. Per Mastrapasqua le casse dell’Inps non sono in pericolo, ma quando scadrà il divieto imposto per legge in molti temono uno tsunami sociale. “Una crisi del lavoro temo che sia inevitabile, bisognerebbe concentrarsi su quello più che sui concertoni del Primo maggio e sui suoi protagonisti – conclude il dirigente romano – Credo che il Governo Draghi abbia tutte le competenze per affrontare questa crisi, puntando lo sguardo sui giovani che sono il futuro del Paese”.

(LaPresse)

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