Petrolio sulle labbra, rossetti ‘bocciati’

Tra i marchi ‘peggiori’ troviamo Chanel, Dior, Max Factor e L’Oréal

NAPOLI – Rossetti, ombretti, mascara, cipria e fondotinta. Sembrano strumenti di bellezza innocui eppure inquinano e molto. Alcuni dei prodotti più comuni per il make-up, che entrano in contatto con occhi e bocca, spesso nascondono ingredienti in plastica. Questi trucchi possono contaminare il pianeta e mettere a rischio la nostra salute.

La rivista dei consumatori tedeschi Öko Test ha testato 18 rossetti opachi di marche più o meno note, inclusi sei cosmetici natural per verificare gli ingredienti che si celano dietro gli scintillanti astucci della cosmesi: 13 rossetti su 18 hanno fallito le prove. Sono stati individuati componenti del petrolio, nove prodotti su 18 utilizzano ancora le paraffine come grassi vettore. In tre rossetti il laboratorio ha rilevato anche idrocarburi di olio minerale aromatico (MOAH), che possono contenere componenti cancerogeni. Non deve essere così: ci sono buone alternative naturali come la cera d’api che possono essere utilizzate per sostituire le paraffine. Quasi onnipresenti anche i siliconi che servono ad assicurare una maggiore adesione sulle labbra. Questi prodotto però si accumulano nell’ambiente a differenza degli innocui grassi ed oli naturali.

LA CLASSIFICA

I rossetti migliori secondo la ricerca tedesca, che hanno ottenuto un punteggio “molto buono”, “buono” o “soddisfacente”, sono quelli di Alverde, Benecos, Lavera ed Essence. Solo un fornitore (il marchio Alverde) ha provato la trasparenza della sua filiera, inviando la documentazione completa dell’approvvigionamento per i prodotti, dalla ricarica al rossetto finito. Classificati come inadeguati invece i rossetti Dr Hauschka, Sante e Catrice. I prodotti ‘peggiori’, a causa della presenza di coloranti discutibili, biossido di titanio e la mancanza di sforzi da parte di molti produttori per evitare lo sfruttamento minorile nella produzione, finiscono in fondo alla classifica e comprendono marche molto note e talvolta anche costose: Artdeco, Chanel, Douglas, L’Oréal, Manhattan, Max Factor, Maybelline e Dior.

Greenpeace ha analizzato i cosmetici nel rapporto “Il trucco c’è ma non si vede”, in cui vengono analizzati gli ingredienti di oltre 600 trucchi di 11 marchi italiani (Bionike, Deborah, Kiko, Lancôme, Lush, Maybelline, Nyx, Pupa, Purobio, Sephora e Wycon). I risultati ottenuti evidenziano come gli ingredienti in plastica siano frequenti in numerosi prodotti che entrano in contatto con parti sensibili del nostro corpo come occhi e labbra, con la concreta possibilità di ingerirli. Sono state verificate le liste degli ingredienti di 672 prodotti di make-up, e in laboratorio per verificare la presenza di microplastiche in 14 prodotti. Dal controllo delle liste degli ingredienti disponibili sui siti web ufficiali delle aziende è emersa la presenza di ingredienti in plastica nel 79% dei prodotti e tra questi, il 38% è costituito da plastiche in forma solida (microplastiche) e il restante da polimeri in forma liquida, semisolida o solubile.

La categoria merceologica dove la presenza di ingredienti in plastica è risultata più frequente sono i mascara 90%, seguiti da rossetti e lucidalabbra 85%, fondotinta 74%, illuminanti 69% e ciprie 43%. Le microplastiche sono più presenti in rossetti e lucidalabbra 56%, seguite da mascara 36%, illuminanti 31%, ciprie 28% e fondotinta con il 19%. Le 5 marche con le percentuali maggiori di prodotti contenenti ingredienti in plastica sono risultate: Lush (99%), Maybelline (85%), Deborah (84%), Sephora (83%) e Wycon (78%) e le categorie merceologiche dove la presenza di materie plastiche è risultata più frequente sono risultate nell’ordine mascara (90%), rossetti e lucidalabbra (85%), fondotinta (74%), illuminanti (69%), e ciprie (43%). L’alta frequenza di prodotti con plastica dell’azienda Lush è però imputabile a un solo ingrediente: il Polyvinylpyrrolidone o PVP, una plastica liquida già sostituita da alcune aziende.

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