“Pianeta da salvare: è il giardino di Dio”

Papa Francesco ha proposto di introdurre nel catechismo della Chiesa cattolica il peccato ecologico. Il parroco don Maurizio Patriciello: “Avvelenare la terra è come uccidere”

Manifestazione corteo Stop Biocidio a Casal Di Principe per protestare contro lo smaltimento illegale dei rifiuti nella cosiddetta Terra dei fuochi. Nella foto: la testa del corteo con lo striscione Stop Biocidio, il sindaco di Casal Di principe Renato Natale e Don Maurizio Patriciello Photo LaPresse - Marco Cantile

Introdurre il peccato ecologico nel catechismo. E’ questa l’ultima rivoluzionaria proposta di Papa Francesco. La crescente attenzione alla salvaguardia dell’ambiente fa tappa anche in Vaticano. Il legame tra fede e rispetto dell’ambiente non è di immediata comprensione. Bisogna prestare attenzione alle Sacre scritture, leggere attentamente i passaggi in cui si parla della creazione per saper interpretare il messaggio del Pontefice. “Stiamo pensando di introdurre nel catechismo della Chiesa cattolica il peccato ecologico, il peccato contro la casa comune”, ha detto il Papa. Già, perché il pianeta è un dono di Dio e come tale va rispettato e salvaguardato per le future generazioni.

Ecocidio crimine contro la pace

Papa Francesco (Photo by Vincenzo PINTO / AFP)

Distruggere l’ambiente vuol dire privare le nuove generazioni dello spazio vitale. Perché significa ridurre l’ossigeno. Avvelenare i prodotti della terra è un po’ come uccidere. “I Padri del Sinodo per la Regione Panamazzonica hanno proposto di definire il ‘peccato ecologico’ come azione oppure omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente. E’ un peccato contro le future generazioni e si manifesta negli atti e nelle abitudini di inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente, nelle trasgressioni contro i principi di interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature e contro la virtù della giustizia”, ha spiegato Bergoglio durante il XX Congresso mondiale dell’Associazione internazionale di diritto penale che si è tenuta due giorni fa. Poi il Papa ha anche parlato del reato di ecocidio: “Per ‘ecocidio’ si deve intendere la perdita, il danno o la distruzione di ecosistemi di un territorio determinato, in modo che il suo godimento per parte degli abitanti sia stato o possa vedersi severamente pregiudicato. Si tratta di una quinta categoria di crimini contro la pace, che dovrebbe essere riconosciuta come tale dalla comunità internazionale”, ha spiegato il Pontefice. Poi ha fatto appello alla magistratura per chiedere pene certe e severe:”Un elementare senso della giustizia imporrebbe che alcune condotte, di cui solitamente si rendono responsabili le corporazioni, non rimangano impunite. In particolare, tutte quelle che possono essere considerate come ‘ecocidio’: la contaminazione massiva dell’aria, delle risorse della terra e dell’acqua, la distruzione su larga scala di flora e fauna, e qualunque azione capace di produrre un disastro ecologico o distruggere un ecosistema”.

Don Patriciello e la salvaguardia del giardino di Dio

Don Maurizio Patriciello, il parroco simbolo della lotta alla Terra dei Fuochi ( Foto Stefano Cavicchi/LaPresse)

Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano è uno dei simboli più forti della Terra dei Fuochi. A ‘Cronache’ racconta di essere entusiasta dell’iniziativa del Pontefice. “Sono contentissimo. Papa Francesco ha detto di aver scritto l’enciclica ‘Laudato si’ per la Terra dei Fuochi. La nostra terra ha visto tanta sofferenza. Chi fa del male compie sempre peccato. Chi compie un peccato ecologico ruba l’aria, avvelena la terra, toglie il futuro alle nuove generazioni. Nella Genesi c’è scritto ‘Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse’. La Terra non è una nostra proprietà. E’ un dono di Dio che va protetto. Noi dobbiamo custodirla e tutelarla. Non saccheggiarla e distruggerne i frutti facendo in modo che nessuno possa più raccoglierli”.

Il rapporto tra fede e ambiente

“Non ho mai separato l’ambiente dalla fede”, continua don Patriciello. “Io sono un prete. Non il prete ‘ambientale’ o il prete ‘delle battaglie’. Qualsiasi aggettivo accostato a prete ne sminuisce il ruolo. Un prete è innamorato di Gesù e questa definizione le abbraccia tutte. Ho sposato il messaggio d’amore verso Dio e quindi verso il Creato. Significa amare il prossimo e per amarlo non puoi fargli del male e derubarlo di qualcosa che è suo. Se davvero lo ami devi assicurargli un futuro e, come ha fatto San Francesco, spogliarti di quello che hai per darlo agli altri. Invece si pensa sempre al dio denaro. Penso al caso Ilva di questi giorni e soffro molto. A questo ricatto assurdo che vede al centro lavoro e ambiente. Si deve scegliere tra il sostentamento economico e la morte per i veleni. Non capiscono che non si possono separare le due cose. La corruzione poi è il male peggiore. L’amore per l’Io che fa dimenticare il Noi. A che serve arricchirsi, costruite una villa che si affaccia su una terra avvelenata che farà morire i nostri figli?”.

L’impegno dei ragazzi

Greta Thunberg, creatrice del movimento studentesco internazionale ‘Fridays for Future’, ha dato vita a un impegno senza precedenti per la salvaguardia dell’ambiente, coivolgendo soprattutto le nuove generazioni, che si mostrano più sensibili dei ‘grandi’ al tema ecologico. “I ragazzi – conclude Patriciello – sono straordinari. Sono più sensibili e attenti. Mi capita spesso di ascoltare bambini piccolissimi, anche quelli delle elementari. Non sanno spiegarsi perché i grandi non capiscono che se l’aria è inquinata è impossibile respirare. Questo cambio di rotta fa ben sperare nel futuro”.

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