Pietra del Sepolcro sollevata dai medici

Cari lettori,
questa notte, nella Veglia pasquale, abbiamo letto il Vangelo secondo Matteo che ci ha raccontato come Maria di Màgdala e Maria di Cleofa vennero a sapere della Risurrezione di Gesù. Si recarono al sepolcro e vi fu un terremoto potente che lasciò attonite le guardie poste a vigilare. Le due donne erano spaventate, quando videro un angelo del Signore, dalle vesti candide e splendente di luce, rimuovere la pietra della tomba vuota. «Voi non abbiate paura! – disse loro – so che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”». Sì, Gesù è risorto! È veramente risorto! La morte non ha avuto l’ultima parola e la vita ritorna a fiorire. È questa la ragione della nostra speranza, il motivo per cui, dal profondo del cuore, vi dico: buona Pasqua!
Chi rimuove la pietra del sepolcro? Il Vangelo ci racconta del gesto compiuto dall’angelo del Signore, ma quanti sono gli uomini e le donne del nostro tempo che spostano, in silenzio, senza avere la ribalta televisiva o la prima pagina di un giornale, le pietre che dischiudono alla luce i sepolcri bui dei loro fratelli e delle loro sorelle! Viviamo un tempo difficile, segnato da una pandemia arrivata come una prova misteriosa e inaspettata. Ogni giorno siamo aggiornati dai tristi dati su ammalati, ricoverati e vittime e ci sembra di non poter fare nulla, inermi di fronte alla fatalità. C’è chi però, quotidianamente, spinge un po’ più in là la pietra del sepolcro in cui pare che l’umanità sia finita. Sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, gli agenti delle forze dell’ordine, i volontari, gli amministratori, i commessi dei supermercati, i camionisti, gli operai delle fabbriche che producono strumenti medici utili ad affrontare l’emergenza e tutti coloro che svolgono un’attività per il bene della collettività. Sono loro che spingono con tutte le forze sulla pietra che chiude il sepolcro e lasciano che la luce entri a vincere le tenebre di quel luogo freddo. Li hanno definiti eroi. Lo sono davvero! Domenica scorsa, al termine dell’omelia nella celebrazione della Domenica delle Palme, Papa Francesco si è rivolto ai giovani con un’esortazione: «Cari amici, guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri». Sono eroi, ma anche santi del quotidiano, che fanno della loro opera una preghiera, finanche quando non credono in Dio e ne sono inconsapevoli perché è dal Padre che viene ogni bene.
Ma rimuovono la pietra del Sepolcro anche gli oranti, coloro che, nelle loro case, da soli o in famiglia, pregano ogni giorno perché tutto vada bene e si riesca presto a “riveder le stelle”. Nell’ultimo mese, decine di migliaia di persone si sono unite alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario e della Supplica, trasmessi sulla pagina Facebook del Santuario di Pompei. Non riusciamo poi più a contare coloro che hanno accolto la nostra proposta e stanno partecipando alla “Staffetta del Rosario” e, ogni mezz’ora, dalle 7 alle 22, si alternano nella contemplazione dei misteri. È un vero e proprio popolo che sostiene l’opera di chi lavora per il bene di tutti. La preghiera e l’opera, la fede e la ragione della scienza si sostengono a vicenda e sono capaci di spostare dai sepolcri non solo le pietre, ma finanche le montagne.
Coraggio, dunque! Tra qualche settimana entreremo nel mese di maggio, tempo in cui celebriamo in modo speciale la Madonna. Tutto rinascerà, insieme al miracolo della creazione che si rinnova.
È con questa speranza nel cuore che, invocando l’intercessione di Maria Santissima e del Beato Bartolo Longo, vi dico ancora: buona Pasqua!

+ Tommaso Caputo
Arcivescovo Prelato
Delegato Pontificio per il Santuario

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