Ponte sullo stretto, Impregilo vuole 700 milioni di risarcimento

La richiesta anche per la progettazione eseguita fino allo stop all'opera imposto nel 2013

MARCO MERLINI / LAPRESSE

MESSINA – Il ponte sullo stretto, questo sconosciuto. Mai realizzato dopo lo stop imposto dal governo di Mario Monti nel lontano 2013. E la struttura ‘mai nata’ ha creato dispute e polemiche.

Il risarcimento richiesto riguardo al ponte sullo stretto

L’ultima quella che riguarda il consorzio Eurolink, costituito per realizzare il ponte, che ha deciso di ricorrere contro la decisione del Tribunale delle imprese di Roma che lo scorso autunno ha detto no al risarcimento da 700 milioni.

Il prossimo gennaio si andrà dinanzi alla Corte d’appello di Roma. Ma non sarà l’unica azione che il consorzio, capeggiato da Impregilo e partecipato da numerose altre imprese, sembra voler attuare. Sono stati chiamati in causa il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la presidenza del Consiglio dei Ministri e la Stretto di Messina spa, società concessionaria dell’opera che tra l’altro ha chiesto oltre 325 milioni di euro per gli oneri sostenuti per lo sviluppo del progetto.

Le motivazioni

Ed anche in questo caso la società coinvolta sembra non voglia fare alcun passo indietro, cosa che ha reso il quadro ancor più complicato di quello ammirato fino ad ora. In tutto questo, con due grandi aziende in lotta per avere risarcimenti a “tutela del proprio patrimonio”, un’ulteriore anomalia. Tutta italiana se vogliamo. Perché se dal 1981, data di istituzione della Stretto di Messina spa, all’aprile 2013, data dello stop governativo ad ogni progetto, è praticamente tutto fermo, l’unica situazione ‘in movimento’ è quella del commissario liquidatore. La sua nomina è ancora in vigore (il compenso pure) nonostante lo stato di impasse incredibile. Perché la verità è che il ponte sullo Stretto fa parte del novero di quelle opere che non vedranno mai la luce ma che in realtà da decenni continuano a far parlare di sé anche per i soldi spesi fino ad oggi.

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