Prezzi gas in calo, ma si guarda già al prossimo inverno

In molti si chiedono però se il trend proseguirà nel prossimo futuro, in particolare in vista della stagione termica 2023-2024. Punto centrale è la capacità di approvvigionamento, in un contesto che vedrà il quasi azzeramento delle importazioni dalla Russia

I prezzi dei futures del gas sono tornati ai livelli precedenti lo scoppio della guerra in Ucraina, aggirandosi intorno ai 50 euro al megawattora. In molti si chiedono però se il trend proseguirà nel prossimo futuro, in particolare in vista della stagione termica 2023-2024. Punto centrale è la capacità di approvvigionamento, in un contesto che vedrà il quasi azzeramento delle importazioni dalla Russia.

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin si è detto “tranquillo per il prossimo inverno”, anche grazie alle attuali scorte. “Ad oggi abbiamo più del 60% di stoccaggio in riserva, che ci permette di stare tranquilli nel prossimo autunno, così da arrivare a un 90% di risorse disponibili”, ha sottolineato Pichetto Fratin, che si è anche detto “ottimista” su una futura diminuzione ulteriore dei prezzi. Secondo la piattaforma europea Gie Agsi (Aggregated gas storage inventory), il livello degli stoccaggi in Italia è al 63,49%, dato inferiore a quello tedesco (71,38%) ma superiore a quello francese (48,75%). La media europea è poco superiore al dato italiano, al 64,11%.

Il calo dei prezzi, secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, “è stato in buona parte legato al caldo” degli ultimi mesi, ma anche dovuto “alla reazione della domanda ai prezzi alti”. Una reazione molto dura, “anche inaspettata”, sottolinea Tabarelli, per il quale “arriveremo a fine inverno con scorte molto alte rispetto al normale, quasi alla metà. Una cosa mai accaduta in passato. Questo perché le scorte erano alte all’inizio e ne abbiamo usate meno del previsto”. Il presidente di Nomisma Energia invita però a non abbassare l’attenzione. “Il prossimo inverno sarà comunque difficile”, avverte, anche perchè “abbiamo un sistema gas europeo che era dipendente al 40% dalla Russia. Sostituirlo in poche settimane è impossibile, ci vogliono degli anni”.

Per Michele Governatori, responsabile Elettricità e Gas del think tank Ecco, non va attribuito un ruolo nel calo delle quotazioni al price cap europeo, “visto che è appena entrato in vigore e che scatta a un prezzo tre volte oltre quello attuale”. È però verosimile, sottolinea Governatori, “che la determinazione europea nel risolvere anche mutualisticamente la crisi abbia tolto credibilità a speculazioni al rialzo sui future”. Per l’analista di Ecco, uno dei problemi in futuro potrà essere invece la mancanza di piogge e il loro impatto sulla produzione di energia idroelettrica: “I dati preoccupanti sull’idraulicità della prossima stagione potrebbero comportare un’altra stagione di dipendenza dalle fossili relativamente elevata”, puntualizza, “nonostante la grande quantità di nuovi rinnovabili installate”. Questo potrebbe risolversi “in nuove tensioni sui prezzi”, sottolinea Governatori.

LaPresse

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