Processo Cucchi, carabiniere accusa colleghi e chiede scusa in aula alla sorella della vittima

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Il superteste alla sorella della vittima: “Mi dispiace”

ROMA – Il superteste nel processo per la morte di Stefano Cucchi ha chiesto scusa alla sorella della vittima, Ilaria: “Mi dispiace” le parole pronunciate in aula dopo la sua deposizion e di ieri. Stefano Cucchi morì nell’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009.

Ai giudici ha detto: Di Bernardo e D’Alessandro nascosti per anni dietro di me

“Di Bernardo e D’Alessandro si sono nascosti dietro le mie spalle per tutti questi anni, per dieci anni loro hanno riso e io ho dovuto subire, mi sono stancato. A differenza mia, non hanno mai dovuto affrontare un pubblico ministero. L’unico ad affrontare la situazione e ad avere delle conseguenze ero io. In tutti questi anni l’unica persona che aveva da perdere ero io, ero l’unico minacciato”. E’ un passaggio delle dichiarazioni di Francesco Tedesco, carabinieri, nel processo Cucchi-bis in corso in Corte di Assise a Roma.

Le rivelazioni a nove anni dalla morte del geometra

Ieri è ripresa la deposizione del carabiniere che lo scorso ottobre, a distanza di 9 anni dalla morte del geometra 31enne, ha rivelato che Cucchi venne ‘pestato’ dai due suoi colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati come lui di omicidio preterintenzionale. Rispondendo alle domande delle difese, Tedesco ha spiegato perché ha aspettato tanti anni per fare le sue rivelazioni. “Cominciai a maturare la convinzione di dover parlare il 30 luglio 2015, quando fui convocato dal pm, ma ho voluto aspettare che uscissero le annotazioni mie falsificate e cancellate per corroborare le mie parole” ha spiegato.

“Minacciato di essere licenziato”

Subito dopo la morte di Cucchi “sono stato minacciato di essere licenziato quindi allora non chiesi nulla perché avevo capito l’andazzo. Dopo il 22 ottobre 2009 mi sono trovato incastrato ed ero l’unico ad avere tutto da perdere” ha aggiunto Tedesco, accusato anche di falso e calunnia insieme con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi.

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