Quirinale, per l’elezione si parte il 24. Conte al M5S: compatti per essere determinanti

E se Fico ha dato l'avvio dei giochi, le squadre che dovrebbero scendere in campo sono ancora negli spogliatoi

In foto il Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico

ROMA (Donatella Di Nitto) – Nella giostra quirinalizia ora c’è una certezza, forse l’unica: il 24 gennaio il Parlamento in seduta comune inizierà le votazioni per eleggere il nuovo capo dello Stato. Il presidente della Camera, Roberto Fico, con una lettera a Sergio Mattarella, e ai presidenti delle Regioni, ha fissato la data, chiamando a raccolta per le 15 i 1008 grandi elettori. E sì perché al conteggio del plenum del 24 gennaio, potrebbe mancare ancora il seggio in Senato di Fabio Porta (Pd), mentre il sostituto di Roberto Gualtieri arriverà il 16, dopo il voto delle suppletive per lo scranno di Roma, lasciato vacante.

E se Fico ha dato l’avvio dei giochi, le squadre che dovrebbero scendere in campo sono ancora negli spogliatoi. La fuga in avanti di Matteo Salvini non ha sortito alcun effetto, anzi, come nel gioco dell’Oca i contendenti sono tornati alla casella di partenza. L’ostacolo insormontabile per aprire un dialogo tra centrodestra e centrosinistra resta la candidatura di Silvio Berlusconi, almeno stando agli spin trapelati dal Nazareno. E se il leader della Lega fatica a conquistarsi il ruolo di king maker, in casa M5S le cose non vanno meglio. L’asse dei senatori pentastellati per favorire un Mattarella bis ha spaccato il fronte, indebolendo di fatto Giuseppe Conte, sia nella partita della pacificazione interna che nelle trattative con gli altri leader. “Sergio Mattarella è stato sempre ed è il primo nome che il M5S voterebbe per il Quirinale. Non sono per niente sorpreso dal pensiero di alcuni nostri senatori espresso nella riunione di ieri. Lo condivido in pieno”, ha commentato a caldo con LaPresse Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle. Una frattura che, evidenziano, non può essere risanata ora con alle porte l’elezione del nuovo inquilino del Colle. Meglio rinviare tutto e tentare di salvare il salvabile, è il ragionamento. “Siamo il partito di maggioranza relativa e abbiamo un dovere di responsabilità e credibilità verso l’intero Paese: evitiamo di dare l’immagine di andare in ordine sparso e di un Movimento spaccato. Lavoriamo affinché vi sia un’unica posizione compatta”, è l’appello rivolto dall’ex premier ai gruppi grillini di Camera e Senato. “Ciascuno di voi sarà chiamato a esprimere un voto importante, perché verrà a incidere su un passaggio determinante della vita istituzionale del nostro Paese – insiste – Ma questo voto sarà ancora più importante e determinante se saremo compatti e ci ritroveremo a condividere tutti insieme la scelta che saremo chiamati a operare”. Tutto sarà concordato con senatori e deputati, insomma, è la rassicurazione di Conte, “niente sarà calato dall’alto”. Per questo l’avvocato pugliese ha già messo in agenda una riunione congiunta la prossima settimana, cercando di spazzare via ogni rumors: “Non credete a tutto quello che scrivono. Ho letto che avrei fatto nomi e che avrei utilizzato emissari per incontrare altri esponenti politici. Io parlo direttamente con tutti. Ripeto non ho fatto nomi e non mi servo di emissari”. Il malcontento, tuttavia, non è sopito e le acque tra le truppe restano agitate.

E con l’appuntamento fissato, entra anche nel vivo la preparazione di Montecitorio che dovrà ospitare il grande evento. Oggi la riunione dei tecnici ed esperti, una sorta di Cts ristretto del palazzo, che consegnerà ai questori le proprie valutazioni, per stilare il protocollo che scandirà la votazione in tempo di Covid-19. “Nulla sarà come sette anni fa”, filtra da chi sta seguendo il dossier. Tra le misure sul tavolo, si ragiona anche sul tessuto che ricopre i “catafalchi”, le cabine elettorali montate tra il banco della presidenza e quelli del governo nell’Aula di Montecitorio. L’ipotesi è quella di trovarne uno che sia più adatto alle numerose sanificazioni. Dovrebbe restare invariata invece la procedura che vedrà una sola votazione al giorno e con scaglionamento per fasce orarie e ordine alfabetico. Non si può invece escludere, viene riferito, l’obbligo del super green pass, per accedere a Montecitorio. Per questo si dovranno attendere le decisioni del governo, decisioni che Montecitorio ha sempre rispettato. Infatti da lunedì sarà off limits per i giornalisti il Transatlantico, a causa del passaggio della regione Lazio da bianca a gialla. Il salone dove la stampa ha l’opportunità di intercettare i politici, tornerà ad essere una costola dell’aula, proprio per garantire il distanziamento e far fronte al picco dei contagi di Omicron. Il 24 gennaio, è l’obiettivo, il lungo e maestoso atrio, noto alle cronache anche come il “corridoio dei passi perduti”, dovrebbe tornare al suo originario splendore per l’elezione del capo dello Stato. Quello delle grandi occasioni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome