Rdc: nel napoletano scoperti 2441 ‘furbetti’, anche camorristi e rapinatori

NAPOLI – Camorristi, parenti di affiliati ai clan, parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori e lavoratori irregolari. C’è di tutto nell’elenco dei ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza in Campania, per una truffa ai danni dello Stato dal valore di 10 milioni di euro, dei quali 5 nella provincia di Napoli.

Da maggio a ottobre 2021, i militari dell’Arma sono stati impegnati in una campagna di controllo e verifica sulla legittimità della percezione del reddito di cittadinanza, che ha visto impiegati tutti i reparti territoriali del comando carabinieri Ispettorato del lavoro con la collaborazione dell’Inps. A finire nel mirino dei militari del comando interregionale ‘Ogaden’, cinque regioni meridionali, oltre alla Campania: si tratta di Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata.

Spulciando i numeri in Campania sono 1.824 le persone denunciate per truffa ai danni dello Stato, con un importo totale dell’indebito percepito di 10 milioni di euro, la metà dell’importo totale delle cinque regioni. La provincia con più deferimenti per percezione indebita è quella di Napoli: su 2441 ‘furbetti’ 716 sono stati denunciati, 422 hanno precedenti penali.

Tra i casi eclatanti scoperti dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, spunta quello di un 46enne di Castellammare di Stabia già noto alle forze dell’ordine che, forse ispirandosi alla celebre scena del film ‘Totò Truffa 62’ in cui il Principe De Curtis vestiva i panni dell’ambasciatore del Catonga, si è recato all’ufficio postale di via Plinio il Vecchio a Castellamare di Stabia e, presentando una carta di identità bulgara evidentemente falsa e simulando addirittura un accento straniero che di balcanico aveva ben poco, ha tentato invano di ingannare l’operatore dello sportello per ottenere una tessera per il reddito di cittadinanza.

Fece scalpore nel maggio scorso l’arresto di uno scippatore che a Capodimonte strappò la borsa ad una 18enne che passeggiava con un’amica: anche lui era percettore di rdc e anche lui ha dovuto rinunciare al beneficio. Tra i ‘furbetti’ del rdc anche persone legate alla criminalità organizzata. Una di queste è l’esponente di spicco del clan Frizziero, attivo tra i quartieri Chiaia e Posillipo. L’uomo è risultato beneficiario indiretto della misura, che veniva percepito dalla moglie convivente.

Cinque, invece, sono state arrestate nel settembre del 2020 dalla compagnia Vomero perché ritenute gravemente indiziate di sequestro di persona a scopo di estorsione con aggravante mafiosa, perché legate al clan Amato-Pagano. Tra i beneficiari del beneficio si leggono nomi di appartenenti al gruppo camorristico dei ‘Cifrone’, imputati per estorsione e rapina. Tre dei ‘Balzano’, imputati di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, detenzione abusiva di armi. E ancora due spacciatori, un rapinatore e un uomo arrestato per detenzione di arma da sparo.

Dieci gli affiliati al clan Grimaldi-Vanella Grassi che, arrestati durante l’operazione ‘Cupola’ del 2020 per associazione per delinquere di stampo mafioso, sono risultati percettori del rdc. Ben 75 coloro i quali hanno visto nel nucleo familiare un parente destinatario di provvedimento cautelare. Tra questi figurano molti cognomi ‘noti’: Tolomelli, D’Amico, Sorianiello, Puccinelli, Giuliano e Giannelli.(LaPresse)

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