Regionali in Campania, Fratoianni (Leu) spinge per l’alleanza coi grillini

Roma, assemblea Nazionale di Sinistra Italiana
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 09-06-2019 Roma Politica Assemblea nazionale di Sinistra Italiana Nella foto Nicola Fratoianni Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 09-06-2019 Roma (Italy) Politic Italian left National Assembly In the pic Nicola Fratoianni

Le tribolazioni interne alle forze politiche che sostengono il governo Conte bis sembrano dimostrare che, in mancanza di una visione politica e programmatica condivisa, gli equilibri diventano fragili. Serve un cambio di rotta per stabilizzare la maggioranza giallorossa. Un’alleanza politica ampia, anche alle Regionali. A parlarne con ‘Cronache’ è il deputato di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni, che indica la strada da percorrere.

Partiamo dal tema caldo delle ultime ore: la Consulta ha ritenuto inammissibile il referendum sulla legge elettorale proposto da Salvini (l’articolo sulla bocciatura). Ma tutte le forze parlamentari sono convinte che il Rosatellum vada sostituito…

La decisione della Consulta è una buona notizia poiché la proposta della Lega prevedeva un ipermaggioritario che avrebbe dato un colpo fatale alla rappresentatività del Parlamento e al pluralismo.

Intanto in commissione è approdata la proposta della maggioranza, il ‘Germanicum’, su cui Leu ha espresso qualche perplessità. Cosa non la convince?

Al di là del dibattito in Parlamento, serve una legge elettorale adeguata per il Paese. Il modello della legge va in questa direzione, ma credo che sia necessario intervenire per modificare alcuni punti. Il primo è quello relativo alla soglia di sbarramento, troppo alta se si considera la storia politica del nostro Paese. Il secondo punto riguarda la mancanza di un meccanismo chiaro che porti i cittadini a scegliere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento. Credo che su questo si possa e debba lavorare.

Altro tema caldo, che vede voi e il Movimento su posizioni opposte, è la riforma della prescrizione. Crede che ci siano ancora margini per un accordo?

L’accordo è necessario. Bisogna fare in modo che non diventi uno strumento per sfuggire al processo, ma al tempo stesso è necessario far sì che il processo non diventi una condanna, se i tempi di definizione del giudizio sono indeterminati.

Le forze politiche che sostengono il governo Conte bis, tra cui Leu, hanno annunciato a breve una verifica di governo. In cosa consisterà e a quale obiettivo puntate?

Possiamo chiamarla verifica o in altri modi, l’importante è che sia un’occasione di rilancio. Credo che ci si debba aprire anche alle forze vive del Paese per definire le priorità. Una verifica deve puntare a questo. Non ci si può limitare a cercare il minimo comune denominatore tra gli obiettivi dei partiti sulla base del dare e avere. Serve un confronto vero che dia concretezza all’azione di governo.

Centrosinistra e M5S continuano a essere separati sui territori, nonostante l’alleanza nazionale. A breve si voterà in Calabria e in Emilia. Due Regioni in cui il Movimento 5 Stelle ha deciso di non fare alleanze. Una sconfitta del candidato di centrosinistra metterebbe in pericolo la tenuta del governo?

Credo che in Emilia il centrosinistra vincerà perché la differenza tra la proposta politica di Bonaccini e quella della candidata leghista Borgonzoni sia abissale. Parliamo di una Regione che, nonostante i noti problemi, ha indiscutibilmente garantito ai cittadini alti livelli di qualità dei servizi. Si tratta di un’esperienza di buon governo che deve continuare. Ma al di là del risultato, è chiaro che il destino del Paese non si decide alle Regionali. Se il governo può andare avanti o meno lo si verifica in Parlamento.

In primavera si voterà per le Regionali in Campania. Si riuscirà a comporre un’alleanza tra centrosinistra e Movimento?

Credo in Campania si debba partire da un’analisi semplice: per vincere e non consegnare la Regione al centrodestra occorre fare quello che non si è fatto in Emilia e in Calabria, costruire un’alleanza larga che comprenda tutte le forze di governo più i movimenti e le associazioni di cittadini. Bisogna lavorare, a stretto giro, su una prospettiva programmatica e garantire discontinuità anche rispetto alla stagione che ci lasciamo alle spalle, a cominciare dall’esperienza del governatore Vincenzo De Luca. Tutti sanno che questa è la condizione necessaria per un accordo che va ricercato fino in fondo in Campania come altrove.

L’idea di Zingaretti di sciogliere il Pd per creare un nuovo soggetto politico va in questa direzione. L’operazione potrebbe portare all’unione strutturale di centrosinistra e 5 Stelle?

Ho saputo che la sua proposta è stata rimodulata diverse volte. Non so se è pronto a sciogliere il Partito democratico. Se lo facesse sarebbe interessante perché nel mondo che si oppone al centrodestra oggi c’è evidente confusione. Bisognerebbe confrontarsi sugli elementi su cui puntare per presentare una nuova proposta politica. I contenitori sono importanti, ma non sono l’unico strumento su cui lavorare. Bisogna ripensare le scelte e puntare alla discontinuità rispetto alle stagioni recenti del Jobs Act e dello Sblocca Italia.

Misure del governo Renzi. Crede che Italia Viva sia un alleato di governo affidabile?

Il punto non è la fiducia soggettiva, ma il giudizio sulle scelte concrete e sulla linea seguita. Italia Viva fa parte di una maggioranza voluta anche da Renzi, ma poi è stato lui il principale oppositore del governo sulla legge finanziaria e su norme che forse non erano perfette, ma andavano nella direzione giusta.

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