Roma: ancora scintille Calenda-Pd. Raggi chiude con Conte-Di Maio, forse con Grillo

Ultime ore di campagna elettorale per le amministrative. Quelle che, storicamente, sono risultate decisive, soprattutto nelle sfide più incerte, proprio come quella che si prospetta per Roma.

ROMA – Ultime ore di campagna elettorale per le amministrative. Quelle che, storicamente, sono risultate decisive, soprattutto nelle sfide più incerte, proprio come quella che si prospetta per Roma. I candidati hanno abbassato il freno e appena possibile non risparmiano punture di spillo agli avversari, mentre la clessidra del tempo corre inesorabile verso l’apertura delle urne. L’ultimo squillo di trombe sarà venerdì, giorno della chiusura ufficiale. La sindaca uscente, Virginia Raggi, ha scelto la Bocca della Verità, con un palco pieno di big, a partire dal presidente del M5S, Giuseppe Conte, e dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Assieme a loro ci saranno molti portavoce capitolini, come Paola Taverna, mentre resta un alone di mistero sulla possibilità che appaia anche Beppe Grillo, in video ma non è escluso un blitz dal vivo. Il garante finora è rimasto in disparte, se non per il fotomontaggio della Raggi gladiatrice. Almeno su questo c’è un filo conduttore con Conte, che pubblicamente ha detto: “Virginia è esile, ma ha una grande forza”.

Non la pensa così Roberto Gualtieri, che prova a battere ancora il ferro per guadagnare voti utili a raggiungere il ballottaggio. Puntando su temi di interesse nazionale che hanno una forte ricaduta locale. “Ha perfettamente ragione Draghi: la candidatura di Roma per Expo 2030, assieme al Giubileo 2025, ci dice che la Capitale può avere davanti a sé ‘un sentiero di crescita’, che può ‘migliorare la condizione economica e sociale della città’. È quindi importante tornare ad avere finalmente grandi e lunghi progetti e prospettive ambiziose, perché senza ambizioni Roma perde la sua identità”, scrive in un editoriale pubblicato su ‘Huffington post’.

Dalle parti dei dem c’è anche lo scontro con Carlo Calenda ad animare le ultime ore di campagna elettorale. Il leader e candidato di Azione al Campidoglio posta una foto su Twitter e denuncia: “Questo è un sondaggio fatto fare dal Pd a un’agenzia sconosciuta con numeri fantascientifici e senza indicazione del campione che il Pd in spregio a qualsiasi normativa sta facendo circolare su liste broadcast. Faremo esposto. State perdendo il senso del limite”. Da quel momento in poi si scatena un fuoco di fila. Inizia Francesco Boccia: “Ormai succede di tutto, a Milano Feltri scredita il candidato Sindaco di destra Bernardo, a Roma Giorgetti preferisce il leader dei salotti Calenda a Michetti”. Poi Goffredo Bettini: “Calenda ritorna a offendere con un video. Sono i suoi ultimi rantoli. Domenica per lui sarà tutto finito”. Infine, Andrea Orlando: “E’ più obiettivo riconoscere che Calenda oggi è il candidato della destra e della Lega in particolare”. L’ex ministro dello Sviluppo economico annota tutto, ma evita di alimentare lo scontro oltre il livello di guardia.

Di Calenda si parla anche nel centrodestra, dopo il semi-endorsement di Giancarlo Giorgetti, che poi ha corretto tiro e rotta. Per Antonio Tajani è “roba superata”. Giorgia Meloni glissa e parla d’altro: “Il centrodestra è compatto in questa campagna elettorale, mentre il centrosinistra sta insieme per interesse e per tentare di impedire a noi di vincere”. La coalizione, ad ogni modo, si ritroverà venerdì mattina, con i suoi leader, Matteo Salvini compreso, per una conferenza stampa a sostegno di Enrico Michetti. Perché dopo le polemiche ci sono le urne e il tempo per convincere gli indecisi è quasi scaduto.


Di Dario Borriello

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