Russia-Ucraina, dalla Nato cauto ottimismo sulla soluzione diplomatica

Nonostante non ci siano segnali di una ritirata, le recenti mosse di Mosca aprirebbero al dialogo

ROMA – Con il passare delle ore la tensione si sta stemperando. Ma dalla Nato fanno trapelare un cauto ottimismo. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che nonostante non ci siano segnali di una ritirata della Russia sul terreno, le recenti mosse di Mosca potrebbero far sperare in una soluzione diplomatica. Pare che la Russia sia interessata a continuare con gli sforzi diplomatici. Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che “E’ possibile l’accordo con l’Occidente”. Intanto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz è volato a Mosca e a Kiev ribadendo che in caso di attacco la Russia andrebbe incontro a “gravi conseguenze”. Di contro ha promesso al presidente ucraino il sostegno della Germania grazie ad altri 150 milioni di aiuti, ricordando che “l’adesione di Kiev alla Nato non è attualmente all’ordine del giorno”.

La soffiata

Notizie che giungono dalla Cnn parlano un possibile attacco russo potrebbe materializzarsi domani 16 febbraio. E il premier britannico Boris Johnson ha espressamente chiesto a Putin “un passo indietro” evitando un attacco che avrebbe “conseguenze disastrose” anche per la stessa Russia con sanzioni economiche e finanziarie. Un monito partito dagli altri Paesi del G7.

La precisazione

Segnali di distensione sono giunti ieri dall’ambasciatore ucraino a Londra, Vadym Prystaiko sottolineando come “il suo paese sarebbe anche disposto a rinunciare alla sua ambizione di unirsi alla Nato”. Pronta, però, la precisazione da parte di Kiev per bocca del consigliere parlamentare ucraino Mykola Volkivskyi. “Il corso per l’adesione alla Nato è sancito dalla Costituzione dell’Ucraina e anche trovare tecnicamente supporto per rimuoverlo dal documento sarà difficile” Volkivskyi ha poi aggiunto che attualmente nel Paese “c’è tensione ma non panico” e che “non ci sono partenze di massa dalla città, né folla alle stazioni ferroviarie o agli aeroporti”.

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