Sabbioneta, il padre dà fuoco alla casa e muore il figlio 11enne

Milano– Non vuole parlare Gianfranco Zani, il 53enne che ieri ha dato fuoco alla villetta di Sabbioneta, nel Mantovano, dove fino a pochi mesi fa abitava con la sua famiglia, uccidendo il figlio di 11 anni.

L’artigiano, che ha agito spinto dal desiderio di vendicarsi della moglie dalla quale si stava separando, è in carcere a Cremona con l’accusa di omicidio volontario.

Davanti agli agenti della Polstrada di Casalmaggiore che lo hanno bloccato mentre cercava di scappare e ai carabinieri del comando di Mantova non ha voluto dire niente. Non ha voluto nemmeno chiarire se sapeva che nella villetta a schiera di via Tasso, nella frazione di Ponteterra, quando ha appiccato il fuoco, c’erano due dei suoi tre figli.

Marco, 11 anni, era in camera sua e non ce l’ha fatta, mentre il fratello più piccolo di soli 4 anni, è stato salvato dalla mamma. La donna poco prima dell’incendio aveva accompagnato il figlio maggiore, di 17 anni, all’oratorio. Quando Zani, che era appostato nelle vicinanze, ha visto che la ex moglie, di origine slovacca, si era allontananta in auto con il ragazzo, è entrato in casa e ha incendiato mobili e tende al piano superiore. In un attimo è stata invasa dal fumo e dalle fiamme.

La donna è riuscita a salvare solo il figlio minore ma per Marco era troppo tardi

Lei e il piccolo hanno riportato diverse ustioni e sono sotto choc. Sono entrambi ricoverati in ospedale Oglio Po di Casalmaggiore ma le loro condizioni non sono gravi.

A scatenare la violenza dell’artigiano è stata la decisione della moglie di lasciarlo per un altro uomo

A luglio aveva picchiato il figlio maggiore, che era finito all’ospedale, e a settembre aveva infierito di nuovo su moglie e figli, tutti costretti a ricorrere a cure mediche. Episodi che avevano spinto il gip di Mantova a emettere un provvedimento con il quale gli impediva di avvicinarsi a casa.

Marco frequentava la scuola media Diotti e giocava a calcio nella squadra dell’oratorio 

Silvia e i figli erano stati costretti a trascorrere un periodo di tempo in una casa protetta del Comune di Sabbioneta a Pomponazzo. A spingerli a tornare a casa, anche il desiderio di permettere a Marco di tornare a scuola nella vicina Casalmaggiore. Per i suoi amici, adesso, non sarà facile capire perchè Marco non c’è più.

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