Sassari, a 5 mesi in fin di vita per una busta in testa: indagati i genitori

Inevitabile il risvolto giudiziario, in questo caso doppio. La procura di Sassari ha aperto un'indagine

photo lapresse/stefano cavicchi

SASSARI – Dodici minuti per restituirle la vita. 12 lunghissimi, interminabili, disperati minuti per far tornare a battere quel cuoricino stremato dalla mancanza di ossigeno, per una busta di plastica in testa. 12 minuti in cui i sanitari del pronto soccorso pediatrico di Sassari hanno letteralmente riportato in vita la piccola di 5 mesi, arrivata fredda e senza battito, praticamente morta: appena il cuoricino ha ripreso a funzionare, l’hanno portata nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari. Ma la gravità della situazione ha imposto un trasferimento d’urgenza al Gaslini di Genova, unica struttura che può garantirle le cure necessarie. La piccola è ricoverata lì da due settimane, è grave ma stabile, fanno sapere dall’ospedale ligure. Si teme per la sua vita, ma anche per i danni che la prolungata assenza di ossigeno può aver causato al cervello.

La vicenda

Il 6 giugno scorso è stata trovata dalla mamma, che si era allontanata per cambiare un altro dei suoi 4 figli, con una busta di plastica intorno alla testa, a pancia in giù nel suo lettino, immobile. A lasciarla lì era stata la donna, come lei stessa ha riferito, dopo averla allattata e fatta addormentare. A metterle la busta intorno alla testa, come spesso pericolosamente fanno i bambini, potrebbe essere stato il suo fratellino di 4 anni, che giocava seduto a terra lì vicino, canticchiando: a lui la mamma aveva detto di guardare la sorellina fino al suo ritorno. E’ stato in questo frangente, secondo gli inquirenti, che il bimbo potrebbe, per gioco, aver messo la busta sulla testa della piccola, girando l’estremità aperta fino a richiuderla intorno al collo. U

n gioco, finito in tragedia, consumato nel campo nomadi rom di Piandanna, alla periferia di Sassari, dove vive la famiglia dopo essersi trasferita dal sud Sardegna. Forse, a un certo punto, il bambino ha intuito qualcosa, perché dopo aver provato a chiamare e muovere la sorellina ha visto che era immobile: è corso via, spaventato, ed è stato allora che la mamma è tornata dalla piccola e l’ha trovata esanime. Ha chiamato suo marito, hanno provato insieme a rianimarla ma niente, lei non dava segni di vita. Immediata la chiamata al 118, la corsa disperata al pronto soccorso, il ricovero in rianimazione e poi il trasferimento al Gaslini con un volo dell’aeronautica militare.

Aperte le indagini

Inevitabile il risvolto giudiziario, in questo caso doppio. La procura di Sassari ha aperto un’indagine: il sostituto procuratore Paolo Piras ipotizza il reato di abbandono di minore, ma si sta valutando anche quello di lesioni gravissime. Il magistrato dovrà accertare per quanto tempo la bambina è rimasta incustodita, senza il diretto controllo dei genitori. È stata poi fissata per giovedì 1 luglio l’udienza al tribunale dei minori di Sassari per decidere sulla richiesta della procuratrice Luisella Fenu, presentata al presidente del tribunale Guido Vecchione, di immediata sospensione della responsabilità genitoriale di entrambi i genitori. Cosa che farebbe decadere la patria potestà della coppia sui 4 figli, tutti molto piccoli.

(LaPresse/di Sara Panarelli)

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