Sea Watch, Fratoianni (SI-Leu): “Siamo a bordo nonostante i divieti”

Per Minniti "chi nega i porti sia attento alla democrazia"

Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni

ROMA – “Insieme ai colleghi deputati Prestigiacomo e Magi, al sindaco di Siracusa, ad attivisti di associazioni di volontariato e ad alcuni legali , siamo a bordo della nave Sea Watch, nonostante il divieto delle autorità che ieri ha impedito che potessimo esercitare le nostre prerogative costituzionali”. Lo annuncia il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, che ha raggiunto l’imbarcazione a bordo di un gommone. “Verificheremo la situazione a bordo, e continuiamo a chiedere che i naufraghi e l’equipaggio – conclude Fratoianni – siano fatti sbarcare in rispetto delle norme internazionali”.

Per Minniti “chi nega i porti sia attento alla democrazia”

“Non è comprensibile il diniego di sbarco di 47 persone tra cui minori. Per una questione di principio e perché non c’è una emergenza che giustifichi posizioni di questo tipo, né oggi né per la nave Diciotti. Si continua a trasmettere il messaggio che ci sia una situazione fuori controllo, così si tiene viva una strategia della tensione comunicativa, che prescinde dalle questioni concrete. Non si può tenere una democrazia sull’orlo di una crisi di nervi. Sulla Sea Watch, l’Italia si assuma le sue responsabilità.

Cancellare l’umanità significa perdere un pezzo della nostra democrazia. Ma anche l’Europa deve dimostrare il coraggio di rompere una sorta di ipnosi davanti alla sfida nazionalpopulista che la sta paralizzando”. Lo afferma l’ex ministro dell’Interno e deputato del Pd, Marco Minniti in una intervista a Repubblica. Salvini ha violato le norme per il caso Diciotti? “Non commento mai le vicende giudiziarie. Ma politicamente dico che quella della Diciotti è una pagina tristissima della storia italiana. Aggiungo anche che nessuno è al di sopra della legge e che a nessuno è consentito alimentare un conflitto istituzionale. Viminale e magistratura, pur nella divisione dei poteri, sono chiamati a una quotidiana cooperazione”.

In merito invece alle alle prossime primarie del partito democratico Minniti dice di non essere pentito, dopo la rinuncia alla sua candidatura. “Sono grato ai sindaci che hanno pensato a me. Ritengo che il destino del Pd e quello della democrazia italiana siano legati. Da questo congresso, sia pure tardivo, deve emergere una leadership legittimata dalle primarie nei gazebo – spiega – Pur stimando tutti i candidati. è cruciale che ci sia un esito chiaro e indiscutibile. Mi impegno perché alle primarie del 3 marzo ci sia il massimo della partecipazione e quindi un segretario che superi il 50%”. Questo vuol dire che lei sostiene chi ha più possibilità di superare il 50%, ovvero Nicola Zingaretti? “Esattamente”.Informazioni

(LaPresse)

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