Si finge invalida e chiede l’elemosina: bosniaca denunciata

E’ successo a Milano nella Galleria. Si tratta di una 51nne che, appena terminata la questua, a gettato via la stampella. La donna era in via Foscolo, è salita sul furgone dei vigili in piazza del Duomo, s’è cambiata e ha lasciato la stampella

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

MILANO – L’Italia il Paese dei balocchi. E’ così che una bosniaca 51 con permesso di soggiorno francese, veniva in trasferta nel nostro Paese a truffare i passanti chiedendo l’elemosina e fingendosi falsa invalida. E’ accaduto a Milano, la donna però è stata smascherata e denunciata per aver simulato deformità e malattie.

L’attrice

La mano appoggiata a una stampella, la schiena ricurva. Per ore, in piedi in una strada di Milano 3 in circa un’ora, nella prima mattinata del 14 dicembre, le persone di passaggio le regalato 31 euro di elemosina. Tutte monete, che gli agenti della Polizia locale le hanno trovato in tasca quando si sono avvicinati per chiederle i documenti. La donna era in via Foscolo, è salita sul furgone dei vigili in piazza del Duomo, s’è cambiata e ha lasciato la stampella, l’elemento più evidente del suo ‘abito di scena’: poi è scesa, camminando tranquillamente, ha fatto un sorriso e s’è accesa una sigaretta.

Il palcoscenico

La sua messa in scena in quel quadrante di strada tra di piazza del Duomo e la Galleria che è uno tra i più proficui in Italia per l’accattonaggio.

Quei 31 euro accumulati in una sola ora raccontano della disponibilità dei passanti ad aiutare, anche se poi in realtà non sempre si tratta di un vero aiuto.

Perché nel centro di Milano ormai da qualche anno una buona parte dei mendicanti è costituita da tossicodipendenti che dopo aver fatto la colletta vanno a Rogoredo a comprare eroina, o da alcolisti, o da qualche ragazzo romeno che con certezza viene sfruttato per l’accattonaggio. E dunque l’elemosina, non di rado, non è un aiuto per la sussistenza, alla quale provvedono le molte associazioni che offrono cibo e vestiti.

A Milano più assistenza ai mendicanti veri

“Non siamo timidi negli interventi che chiedono un approccio duro e repressivo” spiega la vice sindaco e assessore alla Sicurezza. “Allo stesso tempo – continua Anna Scatuzzo –  sarebbe dannoso non intervenire in situazioni di reale disagio sociale, per esempio con i questuanti che davvero vivono di elemosine. Abbiamo rafforzato l’accoglienza nei dormitori e i nostri servizi sociali promuovono percorsi di recupero”. Ma solo tre giorni dopo, il 17 dicembre, la donna era ancora nelle stesse vie del centro ed è stata di nuovo denunciata.

La lotta all’accattonaggio: il nuovo decreto sicurezza

Gli uomini del comando di Zona 1 della Polizia locale lavorano ogni giorno, fin dalla mattina presto, per rispondere alle tante richieste di intervento e accertamenti sui mendicanti. Hanno denunciato la donna bosniaca. Hanno applicato per la prima volta una modifica appena introdotta dall’ultimo decreto sulla sicurezza, e cioè l’articolo 669-bis, che punisce chiunque “eserciti l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie”.

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