Siccità, un italiano su 4 è in stress idrico

Emergenza climatica e condotte usurate disperdono un tesoro prezioso. I dati diffusi da Legambiente sulla gestione circolare delle risorse in occasione del terzo Forum nazionale dell’acqua

Bisogna razionalizzare al più presto le risorse idriche per salvare la Terra dagli sprechi. Si è concluso il terzo Forum dell’acqua organizzato da Legambiente che, a meno di un mese dalla Cop26 di Glasgow, sottolinea l’urgenza di definire un approccio circolare per una gestione della risorsa idrica più equa, razionale e sostenibile coinvolgendo il settore urbano, civile, industriale e agricolo.

Il forum dell’acqua di Legambiente

Il III Forum Acqua è stato realizzato in collaborazione con Utilitalia, il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, il Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio, partner principali Assocarta e Celligroup, partner Anbi e trasmesso in diretta streaming sui social dell’associazione, vede confrontarsi oggi esperti del settore, rappresentanti politici e istituzionali, ma anche realtà territoriali su un tema complesso e delicato su cui, però, bisogna cambiare passo: servono piani di adattamento al clima e più risorse indirizzando meglio quelle del Pnrr per realizzare opere che riducano il problema delle perdite di rete ed efficientino la depurazione nel nostro Paese. Per Legambiente i 2,9 miliardi di euro destinati, invece, agli invasi e alla gestione delle acque in agricoltura dovranno andare a completare e ammodernare le infrastrutture esistenti senza prevedere la costruzione di nuovi bacini o sbarramenti. Bisogna ridurre gli sprechi e aumentare il riuso favorendo una minore concorrenza tra i differenti usi come quello civile, industriale e agricolo. Da qui bisogna partire se si vuole arrivare ad un approccio circolare.

L’impatto della crisi climatica

La crisi climatica minaccia anche l’acqua mettendo sempre più a rischio, in tutto il mondo, la disponibilità di questa preziosa risorsa idrica. Siccità prolungate e forte stress idrico sono uno degli effetti a cui il Pianeta sta andando sempre più incontro. A pagarne lo scotto è ormai anche l’Italia segnata quest’estate da un caldo record e che negli ultimi anni sta assistendo ad un intensificarsi degli eventi siccitosi, soprattutto alle emergenze estive e autunnali. Indietro nella gestione sostenibile dell’acqua, è tra i Paesi europei soggetti ad uno stress idrico medio-alto, in quanto utilizza, in media, tra il 30% e il 35% delle sue risorse idriche rinnovabili, a fronte dell’obiettivo europeo di efficienza che prevede di non estrarre più del 20% di quelle rinnovabili disponibili. In termini di popolazione nazionale, circa il 26% è sottoposta a un forte stress idrico.

Condotte disastrate da rifare

L’Italia è prima in Europa per prelievi di acqua a uso potabile con oltre nove miliardi di metri cubi all’anno l’Italia, ma ha una rete di distribuzione obsoleta e con forti perdite idriche e non ha ancora messo a sistema il riutilizzo delle acque reflue depurate. Grande tallone d’Achille è l’ormai cronica emergenza depurativa. Quattro, ad oggi, le procedure di infrazione a carico dell’Italia, due delle quali già sfociate in condanna e che costano al Paese 60 milioni di euro all’anno. E poi ci sono i due milioni di italiani residenti in 379 comuni non hanno le fognature o il servizio pubblico di depurazione.

Che fare per porre fine agli sprechi

Sei, per l’associazione ambientalista, gli interventi per percorrere questa strada: servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato, separare le reti fognarie, investire sullo sviluppo di sistemi depurativi innovativi e con tecniche alternative; misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico come avviene per gli interventi di efficientamento energetico; occorre prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane e installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità in ambiente urbano attraverso misure che di de-sealing; utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi; implementare i sistemi di recupero e riutilizzo delle acque; favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali e garantire un servizio di depurazione dedicato per una migliore qualità dell’acqua di scarico.

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