Sindacati in piazza contro De Luca, Buonavita (Cisl): “La tregua è finita”

Oggi con Cgil e Uil inizia la mobilitazione: “Per tre settimane davanti Palazzo S. Lucia”. La segretaria generale della Cisl Campania Doriana Buonavita: “Non conosciamo qual è il piano vaccini e se esiste”

NAPOLI – Oggi, e per le prossime tre settimane, i sindacati Cgil, Cisl e Uil saranno in piazza per una mobilitazione unitaria contro la Regione governata da Vincenzo De Luca. Si chiama ‘Basta silenzi’ e segna la fine della tregua sindacale tra lo Sceriffo e la ‘Triplice’. Al centro delle manifestazioni che per tre settimane ogni martedì e venerdì vedranno presidi tematici sotto Palazzo Santa Lucia, ci sono l’utilizzo dei fondi di programmazione 2021-2027 e del Recovery. Ma soprattutto, l’obiettivo è fare breccia nel muro del silenzio alzato da De Luca, che da anni ormai non rende conto alle parti sociali (e non solo a loro) delle sue azioni amministrative. Ne discute con Cronache Doriana Buonavita (in foto), segretaria generale della Cisl Campania.
Segretaria, oggi inizia la mobilitazione unitaria dei sindacati contro De Luca. Chiede risposte alla crisi in corso.

E’ finita la tregua sindacale, sì. Abbiamo avuto un solo tavolo di confronto con la Regione (uno per materia), l’impegno era dar seguito con dei tavoli tecnici. Volevamo i risultati per le politiche attive messe in campo, la formazione, gli interventi per le attività produttive. Insomma, da sindacati avevamo e abbiamo bisogno del resoconto per programmare insieme il futuro. Non abbiamo mai avuto nessuno riscontro nemmeno sull’utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020, non sappiamo qual è stata la spesa e quali le destinazioni. Oggi, con il Recovery fund alle porte, non conosciamo le priorità, le linee strategiche con cui la Campania vuole rilanciare il suo futuro. E’ paradossale.

Da oggi in poi non farete sconti allo Sceriffo?
Le tregua sindacale è terminata in Italia, il governo Draghi appena si è insediato ha convocato un gruppo di lavoro, abbiamo chiuso il protocollo per la Pubblica Amministrazione, il ministro Orlando ci ha convocati per le politiche attive. Insomma, il dialogo con i corpi intermedi in questo momento storico è ancora più importante di prima. Solo De Luca non se ne accorge.
Recriminate al governatore l’assenza di dialogo e concertazione delle scelte. Su quali temi in particolare?
Negli anni abbiamo atteso il dialogo. Oggi gli esponenti regionali, compreso il governatore, trovano nei soli momenti social il loro momento di dialogo. Ma su transizione digitale, energetica, sulla semplificazione, sulle politiche attive per il lavoro non c’è una parola. Non si sa nulla.

Sulla campagna di vaccinazione avete dubbi? Procede tutto al meglio?
Palazzo Santa Lucia deve comprendere che noi non siamo in ordinaria gestione. Non lo eravamo nemmeno prima della pandemia in realtà, né in Sanità né sul piano sociale. Qual è il piano vaccini, come vogliamo vaccinare sei milioni di cittadini? Io, ad esempio, ho dovuto fare 120 chilometri per ricevere la prima somministrazione. Come me tanti, è possibile? Requisiamo palestre, centri sportivi, abbiamo migliaia di luoghi inutilizzati. Forse non abbiamo il personale a sufficienza? Perché non è stata fatta una seria campagna di reclutamento? Anche per questi motivi i sindacati chiedono la possibilità di dire la loro sul Recovery. Il tempo a disposizione è poco ed alla mobilitazione di questi giorni daremo seguito, sempre nel rispetto delle norme in vigore. Non sono proteste simboliche. I cittadini e i lavoratori non meritano il silenzio. C’è una grande delusione per come si approcciano le questioni in Campania.

Capitolo ‘Concorsone’. Tutto è fermo in Regione, questi 2.500 ragazzi che futuro hanno?
Innanzitutto non sono 10mila posti, è una bugia. Quando questo concorso è iniziato, lo abbiamo detto chiaramente: guardate, per l’assunzione di una persona che ha fatto un corso o un tirocinio ci deve essere la disponibilità economica dell’Ente, non solo manifestazioni di interesse. Poi ci sono stati mesi compulsivi per questa grande campagna assunzionale, finite le elezioni il silenzio. Ma le persone sono persone, soprattutto se sono giovani non vanno illuse con slogan e false promesse. A questi ragazzi non gli si prospetta un futuro occupazionale nonostante i 200 milioni di euro di politiche attive spesi. Ecco, un’altra risposta che attendiamo è questa: in termini occupazionali il concorsone cos’ha prodotto? Abbiamo perso delle risorse e dato false speranze.

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