Spionaggio: carte top secret, processo Biot a porte chiuse. Chigi parte civile

Sarà a porte chiuse il processo a Walter Biot iniziato oggi davanti alla prima Corte d'Assise di Roma.

in foto Walter Biot

ROMA – Sarà a porte chiuse il processo a Walter Biot iniziato oggi davanti alla prima Corte d’Assise di Roma. Lo hanno disposto i giudici durante la prima udienza che si è aperta proprio nel giorno in cui, un anno fa, l’ufficiale della Marina militare veniva arrestato per spionaggio, in un parcheggio alla periferia sud della Capitale.

“È pervenuta a fine udienza la richiesta da parte dell’avvocatura dello Stato di procedere a porte chiuse per ragioni attinenti alla tutela della sicurezza nazionale, dovendosi trattare di questioni relative al segreto di Stato – spiega l’avvocato Roberto De Vita, difensore di Biot – Richiesta rispetto alla quale ho chiesto di bilanciare il diritto costituzionale alla pubblica udienza con quello della tutela delle notizie segrete in occasione degli specifici atti istruttori, come testimonianze ed esame dei documenti, ecc”.

La presidenza del Consiglio e il ministero della Difesa saranno parte civile, insieme al Partito dei lavoratori militari e la Federazione dei lavoratori militari. Il processo è stato aggiornato al 15 giugno in attesa delle decisioni della Cassazione su un possibile conflitto giurisdizionale.

Nella lista testi presentata dalla difesa di Biot, come già nel procedimento in corso davanti al tribunale militare, sono presenti, tra gli altri, i nomi della direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, del capo di Stato Maggiore, Giuseppe Cavo Dragone e del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

L’ufficiale della Marina militare, finito al centro della spy story svelata nel marzo del 2021 dai carabinieri del Ros, è accusato di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione.

Secondo chi indaga, Biot, tutt’ora detenuto, “si procurava, a scopo di spionaggio politico notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, o comunque nell’interesse politico, interno o internazionale dello Stato, dovevano rimanere segrete”, per poi passarle al funzionario russo Dmitry Ostroukhov.

Avrebbe fotografato i documenti di nascosto, con uno smartphone dedicato, prima di consegnarne la scheda sd, in cambio di 5000 euro.

L’arresto è scattato la sera del 30 marzo 2021, quando il militare ha incontrato il funzionario russo in un parcheggio, nel quartiere di Spinaceto, per dare i materiali raccolti e ricevere in cambio la mazzetta di banconote.

Biot era attenzionato da tempo e i carabinieri, che hanno condotto le indagini coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dalla pm Gianfederica Dito, sono intervenuti solo dopo aver avuto certezza dell’incontro tra i due.

L’uomo è imputato anche in processo militare dove rischia l’ergastolo per accuse che vanno dal “procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio”, al “procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato”, “esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio” e “comunicazione all’estero di notizie non segrete nè riservate”.

Di Alessandra Lemme

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