Sport, Giorgetti: “Governo deve creare condizioni per valorizzare”

In Italia ci sono energie e capacità inespresse. Il governo deve liberarle e non lo si fa con un decreto. Bisogna creare le condizioni perché si esprimano”.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Giancarlo Giorgetti

MILANO – In Italia ci sono energie e capacità inespresse. Il governo deve liberarle e non lo si fa con un decreto. Bisogna creare le condizioni perché si esprimano”. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato il valore economico dello sport e gli effetti della riforma che ha firmato nel 2018 insieme al Sottosegretario Simone Valente. “Molto si è discusso della nostra riforma per quanto riguarda gli effetti sullo sport di base, ma poco si è parlato del suo cuore, che riguarda la dimensione industriale”, ha detto Giorgetti nel corso dell’incontro per il ciclo “Vita da campioni”, organizzato al Foro Italico dalla Federazione Italiana Tennis e da Sport e Salute in occasione degli Internazionali BNL d’Italia. Giorgetti ha parlato del valore economico e sociale dello sport di alto livello con i presidenti della FIT e di Sport e Salute, Angelo Binaghi e Vito Cozzoli, il capitano della Nazionale azzurra di Billie Jean King Cup Tathiana Garbin e tre glorie olimpiche dell’Italia: Manuela Di Centa, Andrea Lucchetta e Massimiliano Rosolino. Lo sport elemosinava al Governo uno stanziamento annuale. L’anno prima della riforma era stato di 420 milioni. Abbiamo chiesto alla Ragioneria dello Stato di dirci a quale percentuale del volume di contributi generati dal mondo sportivo in termini di tasse corrispondesse quello stanziamento: era il 32%. Così abbiamo deciso che lo sport avrebbe ottenuto contributi pari al 32% del valore generato. Se il valore cresce, aumentano i contributi”, ha sottolineato il ministro.

Giorgetti, ha spiegato Binaghi, “è anche il grande responsabile di tutte le trasformazioni e del nostro successo degli ultimi anni. Ci ha cambiato la vita, incaricandoci di portare avanti l’obiettivo Nitto ATP Finals. La FIT è oggi un’azienda che, con il triplo del fatturato, segue obiettivi completamente differenti rispetto al passato. Siamo figli della riforma Giorgetti-Valente, che ho apprezzato e per la quale ho collaborato con Sport e Salute da subito”. Molto ancora si può fare, ha spiegato il presidente della FIT. Intanto, “serve un processo di efficientamento su scala complessiva dello sport italiano, perché i dirigenti hanno anche l’obiettivo di occuparsi dello sviluppo economico che generano per le comunità su cui le manifestazioni insistono. Ad esempio incontreremo i commercianti e i rappresentanti di tutte le categorie produttive perché gli Internazionali BNL d’Italia possano produrre un indotto ancora maggiore per Roma”. Indotto che già ora, ha sottolineato Cozzoli, si può valutare in quasi 40 milioni di euro per la città. Il mondo dello sport, ha aggiunto, “ha un’anima industriale. Rappresenta 40 mila imprese, che danno lavoro a 400 mila persone e vale il 3,6% del PIL. Ma ancora non fa massa critica e sistema”.

Per far crescere questa dimensione, è importante lavorare sulla base dei praticanti. “Se vuoi alzare il vertice, devi allargare la base del triangolo”, ha detto Lucchetta. Pienamente d’accordo Garbin, che ha messo l’accento sull’importanza dei centri tecnici periferici voluti da Michelangelo Dell’Edera, presidente dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi” della FIT per reperire e valorizzare ogni piccolo talento sul territorio. Lo sport, ha concluso Giorgetti, “ti aiuta a diventare un buon cittadino, ti insegna ad essere parte di un sistema di regole accettate e non subite. Ma abbiamo anche dei margini incredibili per quanto riguarda l’eccellenza dello sport. Siamo bravissimi a organizzare i grandi eventi, dobbiamo riuscire a valorizzarli al meglio anche per le ricadute diffusive sul territorio e per l’attrazione che generano verso i giovani”.

LaPresse

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