Stellantis, Fim Cisl: produzione 2021 in calo ma crescono volumi dell’elettrico

Il 2021 di Stellantis sconta la crisi dei semiconduttori. Il rapporto di Fim Cisl sulla produzione registra una crescita del 14,2% nei primi nove mesi dell'anno, contrastato però dai continui blocchi produttivi legati alla carenza di materiali, che hanno portato a chiudere con un segno meno del 6,1% rispetto al 2020.

MILANO – Il 2021 di Stellantis sconta la crisi dei semiconduttori. Il rapporto di Fim Cisl sulla produzione registra una crescita del 14,2% nei primi nove mesi dell’anno, contrastato però dai continui blocchi produttivi legati alla carenza di materiali, che hanno portato a chiudere con un segno meno del 6,1% rispetto al 2020. Crescono comunque i volumi della Jeep Compass, che ha raggiunto un aumento del 47% a 44.224 unità, grazie al primo anno completo di produzione. L’altro grande traino è dato dalla produzione della 500 elettrica, con 53.819 esemplari prodotti nel polo produttivo di Torino, che sale a 77.267 unità complessive dalle 36.702 del 2020.

La produzione tra autovetture e veicoli commerciali del gruppo per l’intero anno è stata di 673.574 veicoli, contro i 717.636 del 2020, con una flessione in quattro anni che porta sotto la soglia delle 700mila unità. Una perdita del 35% complessivo rispetto al 2017, quando si erano prodotte 1.035.454 unità, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526).

Le uniche produzioni che non hanno subito fermate significative nell’ultimo semestre 2021, sono la produzione della 500e, che non può fermarsi per i vincoli sul Co2, per evitare le salatissime sanzioni, e la nuova MC20 che ha iniziato la produzione nel primo semestre del 2021. Il Polo Torinese, lo stabilimento Maserati di Modena e Sevel sono le uniche realtà produttive che riescono ad avere una produzione superiore all’anno della pandemia. Rispetto al periodo pre-pandemico invece è solo Mirafiori che riesce a superare i livelli del 2019, questo grazie al lancio della 500e.

L’andamento del mercato già in sofferenza per la situazione pandemica, con i blocchi causati dalle mancanze di semiconduttori, ha ridimensionato l’effetto positivo degli ultimi incentivi predisposti dal governo italiano nel 2021. E Fim Cisl lancia un appello al Governo, ritenendo che “il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico” che deve essere affrontato “in maniera strategica. Le preoccupazioni nostre riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore”. Fim ha anche chiesto al ministero dello Sviluppo Economico la convocazione di un tavolo che anticipi la presentazione del piano industriale, prevista per il 1° marzo, per “la definizione di una strategia specifica, con la destinazione di un Fondo del settore per governare la transizione industriale e sociale. Servono incentivi per la mobilità sostenibile”.

LaPresse

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