Taranto, 33enne fermato per l’omicidio di un 21enne: “Non volevo ucciderlo”

"Non volevo ucciderlo". Lo ha detto al gip il 33enne di Taranto, Antonio Bleve, fermato dagli agenti mobile della città ionica a distanza di qualche ora dall'omicidio del 21enne Alessio Serra, avvenuto la notte del 28 giugno scorso nel capoluogo

Foto LaPresse - Cosimo Calabrese

TARANTO – Taranto, 33enne fermato per l’omicidio di un 21enne: “Non volevo ucciderlo”. “Non volevo ucciderlo”. Lo ha detto al gip il 33enne di Taranto, Antonio Bleve, fermato dagli agenti mobile della città ionica a distanza di qualche ora dall’omicidio del 21enne Alessio Serra, avvenuto la notte del 28 giugno scorso nel capoluogo.

Bleve, ristretto in carcere, questa mattina ha rilasciato dichiarazioni spontanee in sede di udienza di convalida del fermo, davanti al gip del tribunale di Taranto, Loredana Galasso, alla presenza del suo difensore, Pasquale Blasi. Il gip si è riservata la decisione sulla convalida del fermo.

L’indagato è accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di tentato omicidio, possesso e porto abusivo di arma clandestina, una Beretta calibro 9 trovata sotto un masso nel rione Paolo VI. Nella ricostruzione dell’accusa, il movente sarebbe di natura passionale perché scaturisce dal fatto che la moglie del 33enne aveva iniziato da poco una relazione con l’amico del 21enne ucciso per sbaglio.

“Ha precisato che quella sera stava andando a casa della moglie per parlare dei 4 figli che non riusciva a vedere”, spiega il penalista a LaPresse. “Ha detto di essersi imbattuto nei due ragazzi, Alessio Serra e l’altro, e a quel punto sarebbe iniziata una discussione durante la quale ci sarebbero state minacce. A quel punto Bleve ha impugnato la pistola a scopo intimidatorio e il 21enne ha cercato di disarmarlo, ma sono partiti diversi colpi, uno dei quali mortali. Una tragedia”, conclude l’avvocato.

(LaPresse)

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