Tensioni di Governo, Draghi e Conte litigano sulle spese militari. Meloni alla finestra

Aspro faccia a faccia a Palazzo Chigi tra l’attuale premier e il suo predecessore

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Roma Nella foto Giuseppe Conte, sullo schermo Mario Draghi

ROMA – Duro confronto tra Draghi e Conte sulle spese militari e il Governo scricchiola. Era appena rientrato da Napoli, il premier, per far visita ai bambini ucraini e ha dovuto far tappa urgente a Palazzo Chigi per affrontare il suo predecessore.

La trappola

Alla base dei dissidi ci sono le spese militari. A far imbestialire Conte ha contribuito anche Giorgia Meloni: la leader di Fdi, attraverso un ordine del giorno proprio in merito al capitolato militare, ha atteso che il testo fosse accolto dall’esecutivo senza la richiesta della votazione in commissione togliendo di fatto ai 5S la possibilità di bocciare l’aumento delle spese belliche, per poi votare in Aula la fiducia al decreto Ucraina. E così Conte si è sentito franale la terra sotto i piedi.

Voto anticipato

Ora il M5S dà segnali negativi a Draghi e la tenuta del governo viene messa in discussione. Ed era proprio questo l’obiettivo a cui aspira FdI. Certo, i tempi potrebbero essere non proprio rapidi, viste le tensioni in essere nel cuore d’Europa tra Russia e Ucraina. Adesso ci sono pure dubbi sul voto dei grillini al Documento di economia e finanza in cui è inserito l’impegno economico sul potenziamento bellico: “Per arrivare al 2% mancano 15 miliardi, un picco notevole” ha spiegato l’ex premier.

Il parallelo

In un momento di altissima tensione Draghi ha poi messo sul tavolo il Jolly: gli stanziamenti del passato con i numeri del bilancio della Difesa durante il Governo presieduto da Conte: “Nel 2018 si registravano circa 21 miliardi, mentre nel 2021 se ne registravano 24,6”. E la disputa continua.

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