Toti ammonisce i forzisti e consiglia esame di coscienza

Un disegno satirico per omaggiare il governatore e il cavaliere

Foto Guberti/Rasero/LaPresse Giovanni Toti -

ROMA – Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, un tempo considerato tra i possibili eredi del leader di Fi Silvio Berlusconi, ammonisce gli amici di partito invitandoli a farsi un esame di coscienza. Il partito non è quello di una volta. Se ci sono responsabilità, non sono del cavaliere.

Berlusconi ‘number one’

Per Toti è arrivato il momento di scendere in profondità. Se si vuole riconquistare il ruolo di forza trainante del centrodestra bisogna evitare rendite di posizione. “Nessuno mette in discussione o ha mai messo in discussione il ruolo del fondatore dell’intero centrodestra che è Berlusconi – dice – Questo però non vuole dire non mettere in discussione il ruolo di tutti noi, con umiltà. Questo mi sembra il vero tema della partita”.

Il flirt politico continua

In mattinata, il caricaturista Davide Sacco ha regalato al governatore un disegno. L’opera lo ritrae nelle vesti di una signorina seduta su una panchina intenta a flirtare con Berlusconi. Il titolo è ‘Uniti dar Core’ e si ispira a Totò e la malafemmina. “Non poteva scegliere giorno migliore per farmi questo regalo – sostiene Toti – Nessuno mette in discussione Silvio Berlusconi”. “Nel mio ‘quadro’ sono gli altri che devono mettersi in discussione. C’è chi vuole nascondere un dibattito interno dietro la figura di Berlusconi. Lo fa per proteggere se stesso. Il presidente che non ha bisogno di difese altrui”.

Punti di vista

Visioni opposte quelle di Toti. Stesso discorso per altri big azzurri come Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Antonio Tajani. Possono far bene al centrodestra. “Mi auguro che questo dibattito costruttivo possa continuare nelle sedi appropriate e attraverso gli strumenti del consenso”. Aggiunge Toti. “Il confronto non deve limitarsi a Fi. Perché rappresenta solo un pezzo della parte moderata dello schieramento di centrodestra”. “Basta vedere le ultime amministrative. Spesso le liste civiche hanno ottenuto più consenso dei partiti tradizionali”. “Credo che il dibattito debba essere largo – conclude – e rivolgersi a un mondo vasto e variegato che chiede di contare, esprimere pareri e programmi. Credo che ne dovremmo tenere conto”.

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