Trovato a Latina il gratta e vinci rubato. Fermato tabaccaio che si difende: “E’ mio”

E' stato ritrovato e sequestrato il gratta e vinci da 500mila euro: il tabaccaio, scappato con il biglietto, aveva aperto un conto in un istituto di credito a Latina e depositato lì il tagliando.

Foto LaPresse - Stefano Porta

MILANO – E’ stato ritrovato e sequestrato il gratta e vinci da 500mila euro: il tabaccaio, scappato con il biglietto, aveva aperto un conto in un istituto di credito a Latina e depositato lì il tagliando. Avvertita dalla polizia, la banca ha confermato l’apertura del conto. Intanto, i carabinieri hanno fermato il tabaccaio con le accuse di furto pluriaggravato e di tentata estorsione.

L’uomo, Gaetano Scutellaro, 57 anni, era fuggito lo scorso 2 settembre da Napoli, dove ha una rivendita nel quartiere Materdei, dopo aver sottratto il biglietto vincente a una donna di 70 anni. L’uomo è stato fermato all’aeroporto di Fiumicino mentre cercava di lasciare l’Italia per andare alle Canarie. Ma non avrebbe potuto incassare la vincita: l’agenzia dei monopoli, su impulso del Direttore dell’Ufficio Giochi Numerici e Lotterie, Stefano Saracchi, ha immediatamente provveduto al blocco della riscossione del biglietto risultato vincente per evitare che i 500mila euro fossero riscossi. Agli inquirenti l’uomo, denunciato per furto, però ha risposto di essere lui la vittima, non l’anziana donna. Secondo quanto riferito, Scutellaro aveva intenzione di lasciare Napoli e l’Italia perché a causa della vincita non si sarebbe sentito sicuro e che, ad ogni modo, a comprare il biglietto vincente sarebbe stato lui e non la donna.

La fuga con il biglietto è costata, al tabaccaio, anche la sospensione della concessione rilasciata dai Monopoli perché “al terminale di validazione” lavora “un soggetto collegato da un rapporto di parentela con il titolare”. Scutellaro è stato denunciato a piede libero con l’accusa di furto pluriaggravato. E alla tabaccheria dove sono avvenuti i fatti, gestita dalla moglie di Scutellaro, è stata sospesa la licenza.

LaPresse

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