Truffa sul pellet, in 9 sotto inchiesta

Truffa sul pellet, in 9 sotto inchiesta

VILLA LITERNO – Si spacciavano sul web per venditori di pellet, ma una volta incassati i soldi da chi aveva abboccato ai loro annunci, non spedivano nulla. Un meccanismo che avrebbe permesso loro di accumulare, dice la Procura di Napoli Nord, circa 125mila euro. Protagonisti di questi raggiri numerosi siti internet solo apparentemente operativi, sostiene l’accusa, nel settore del pellet. Il denaro incamerato con le false vendite andava a confluire su conti attivati presso una banca estera e da qui, poi, venivano ulteriormente spostati per ostacolare l’identificazione, affermano gli investigatori, della loro provenienza delittuosa. 

A tracciare questo presunto schema è stata l’indagine condotta dal pubblico ministero Josè Criscuolo della Procura di Napoli Nord. Sarebbero 9 le persone che, con ruoli diversi, hanno partecipato alle truffe: si tratta di Giovanni Diana, 38enne, Francesco Diana, 26enne, Tammaro Fedele, 35enne, Aniello Puca, 47enne, Raffaele Tamburrino, 35enne, Paolo Celiento, 26enne e Angela De Rosa, 34enne, tutti di Villa Literno, Luisa Fontana, 24enne di Casapesenna, e Teresa Ferrara, 45enne di Falciano del Massico.

L’attività investigativa ha tracciato anche quella che la Procura ritiene essere l’associazione a delinquere motore degli ipotizzati raggiri. A guidarla, afferma il pubblico ministero, Fedele e Francesco Diana: avrebbero reclutato gli intestatari fittizi dei conti su cui far accreditare e transitare i proventi dei raggiri e avrebbero pure organizzato la gestione dei siti internet fraudolenti. A Celiento e Diana, invece, pure ritenuti intranei all’organizzazione, il compito di gestire i conti online mediante utenze telefoniche nella loro disponibilità. Nell’ipotizzata gang pure De Rosa e Fontana, rispettivamente moglie di Giovanni Diana e fidanzata di Tammaro Fedele: le due donne sono accusate di essersi intestate consapevolmente utenze strumentali alla gestione dei conti e dei siti web usati per i raggiri.

Puca, Tamburrino e Ferrara rispondono, invece, soltanto di singole truffe commesse, in base alla tesi degli inquirenti, in concorso con gli altri indaganti: non sono considerati dalla Procura intranei all’associazione. 

Nel collegio difensivo, tra gli avvocati impegnati, Luigi Zito, Ferdinando Letizia e Guglielmo Ucciero. Il pubblico ministero nei giorni scorsi ha notificato ai 9 l’avviso della conclusione delle indagini preliminari e nei prossimi giorni valuterà se avanzare o meno eventuale richiesta di processo.

Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Non è da escludere che l’eventuale dibattimento vada a far emergere la loro estraneità alle accuse che la Procura contesta.

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