Tunisia, a Sfax si protesta contro le riforme progressiste

Le misure proposte minerebbero i principi islamici

Tunisian take part in a protest to demand altering religious law concerning inheritance, on March 10, 2018, in the capital Tunis. / AFP PHOTO / FETHI BELAID

TUNISIA (LaPresse/AFP) – Circa mille persone hanno manifestato a Sfax, in Tunisia, contro le misure progressiste proposte dalla Commissione per le libertà individuali e l’uguaglianza. La Colibe è stata istituita dal presidente Beji Caid Essebsi. Le riforme, presentate l’8 giugno, prevedono la decriminalizzazione dell’omosessualità. Una maggior uguaglianza tra donne e uomini nell’eredità, abolizione delle pena di morte, e altro.

Le proteste in Tunisia

I dimostranti, convocati da associazioni religiose e rappresentanti della società civile, hanno sfilato verso la prefettura sotto alta sorveglianza di polizia. Sugli striscioni di leggevano infatti slogan come “Le proposte vogliono sedizione e distruzione della società”. Oppure “No all’omosessualità”, “La difesa della nostra identità è un diritto”.

Le riforme progressiste minano i principi islamici

Un imam, Mohamed Mednini, ha detto ad AFP di volere che le “proposte siano ritirate perché minano i principi dell’islam e rappresentano un pericolo per la famiglia e lo Stato”. Il mandato della Colibe era adeguare le leggi tunisine ai valori della Costituzione del 2014, adottata dopo la rivoluzione che ha messo fine nel 2011 a decenni di dittatura nel Paese.

A favore

La commissione ha però garantito che il suo approccio “non è contrario all’essenza dell’islam”. Lo ha detto l’islamologo e membro Iqbal Gharbi. Aggiungendo che “nessuno ha il monopolio dell’interpretazione del Corano, abbiamo optato per una lettura progressista”. Le riforme sono state quindi elogiate dai difensori dei diritti umani.

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