Turchia, italiano sequestrato lancia appello in video: Farnesina segue caso

"Il ministero degli Esteri" italiano "sta seguendo il caso dall'inizio, con la maggiore attenzione e il massimo riserbo, in stretto contatto con le famiglie". Lo ha affermato una portavoce del ministero, rispondendo a un giornalista di AFP."

. / AFP PHOTO / Yasin AKGUL
Milano, 1 ago. (LaPresse/AFP) – “Il ministero degli Esteri” italiano “sta seguendo il caso dall’inizio, con la maggiore attenzione e il massimo riserbo, in stretto contatto con le famiglie”. Lo ha affermato una portavoce del ministero, rispondendo a un giornalista di AFP. A proposito del sequestro dell’italiano Alessandro Sandrini e del video che lo mostra lanciare un appello per essere salvato. La portavoce non ha confermato che il 32enne originario della provincia di Brescia sia stato rapito in Turchia. Specificando che “vi è evidentemente passato”. Sandrini è scomparso nell’ottobre 2016, dopo essere partito per un viaggio in Turchia mentre era in cassa integrazione. Nel dicembre 2017 la madre aveva rotto il silenzio. Dopo aver ricevuto vari appelli telefonici del figlio, in totale quattro fra ottobre 2017 e gennaio 2018. In questi appelli, l’uomo diceva di essere tenuto in ostaggio in una stanza di 3 metri per tre, in presenza di altri sequestrati, che non poteva vedere.

il rapimento

Secondo le indagini citate da Brescia Today, Sandrini sarebbe stato sequestrato da un gruppo che l’avrebbe poi ceduto a un secondo, che lo terrebbe prigioniero alla frontiera turco-siriana. Site, organizzazione specializzata nel monitoraggio delle attività jihadiste sul web, ha annunciato martedì che un gruppo jihadista non specificato aveva pubblicato i video di due ostaggi, cioè Sandrini e il giornalista indipendente giapponese Jumpei Yasuda. Nei due filmati si vedono rispettivamente i due inginocchiati, con indosso una tuta arancione, davanti a due uomini pesantemente armati, vestiti di nero e con il volto coperto. Nel filmato si sente Sandrini dire: “Chiedo all’Italia di aiutarmi, di chiudere questa situazione in tempi rapidi. È 2 anni che sono in carcere e non ce la faccio più”.

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